Il conflitto non è una patologia, anzi, è un segnale di cambiamento.
È inevitabile perché fa parte di noi, dell’essenza umana.
“Il conflitto nasce dalla presenza contemporanea di obiettivi contraddittori per cui vivere. Testimonia, quindi, la ricchezza delle interpretazioni che la mente umana può dare nella lettura di una stessa realtà”. Parola di Giovanna Leone, psicologa e professore associato di Psicologia sociale e della Comunicazione alla Sapienza di Roma, e volto ormai noto dei nostri approfondimenti sulla managerialità.
Anche quest’anno in occasione dell’evento annuale di Bridge Partners “È di scena il conflitto”, il 19 maggio a Milano, Giovanna Leone è chiamata, insieme a altri autorevoli ospiti, a fare da pungolo alle nostre coscienze su un tema insidioso che tocca tutti da vicino, nella sfera personale e professionale, ogni giorno e in ogni situazione. Senza il conflitto non ci sarebbero né evoluzione né cambiamento.
“Se non c’è conflitto – aggiunge la psicologa – c’è una quiete apparente, che esprime una paura della trasformazione e quindi, in definitiva, della vita. Non ci potrebbero essere né evoluzione né cambiamento senza questa capacità di guardare e giudicare contemporaneamente uno stesso oggetto di conoscenza in modo diverso”.
E cita un esempio: “Una persona non smette di fumare se non quando comincia a criticare sé stessa, e si sente combattuta tra continuare in questa abitudine o rinunciare ad essa”. Siamo tutti esposti al conflitto.
Dal primo vagito, siamo tutti esposti al conflitto. Come il neonato che, nonostante i suoi capricci, a volte è esaudito, a volte è costretto a pazientare. O come quei genitori che sono costretti ad accettare le scelte universitarie di un figlio, combattuti tra le loro ambizioni e le aspirazioni del giovane. “Chi non ha vissuto questo tipo di relazioni – precisa Leone – può cercare di risolvere i conflitti con la sopraffazione, evitare ogni forma di dissenso o, infine, leggere come fonte di conflitto il semplice fatto che l’altro non è come me”. Il conflitto non è una patologia.
Nel prendere atto dell’inesorabilità del conflitto nella nostra vita, però, c’è anche una buona notizia. Non è una patologia, anzi è il segnale di un desiderio di cambiamento.
Prosegue la psicologa: “Invece di chiedersi ‘che cosa c’è che non va?’, è meglio domandarsi ‘come sarebbe desiderabile cambiare?’. I cambiamenti importanti sono difficili e incerti, ma non devono spaventarci, perché sono la ragione più importante per potere sperare. La violenza è molto facile, ma deve farci molta paura perché non ottiene niente e si paga sempre, e a caro prezzo”.
La prof.ssa Giovanna Leone sarà protagonista di un confronto aperto con Yolande Mukagasana, autrice da “La Morte non mi ha voluta” e moderato da Rosalba Reggio, giornalista del Sole 24 Ore, durante l’evento annuale corporate di Bridge Partners “È di scena il conflitto” (19 maggio ore 9, Palazzo Castiglioni, corso Venezia 47, Milano).