I 9 corollari della Legge di Murphy

“Se qualcosa può andare storto, lo farà – nel momento peggiore possibile”.

L’assioma di Murphy riassume intuitivamente un fatto statistico-matematico noto: per quanto sia improbabile che accada un certo evento, per la legge dei grandi numeri, in un numero elevato di occasioni tendenti all’infinito, questo finirà molto probabilmente per verificarsi. La stessa teoria della probabilità afferma che il fatto che un evento sia improbabile non vuole dire che esso non possa verificarsi già nel corso dei primi tentativi, e che non possa poi ripetersi a distanza di breve tempo (legge di mancanza di memoria della probabilità). Il problema è che tanto più le imprese giustamente investono in ricerca e poi in pianificazione, tanto più confidano in ciò che fanno e talvolta si rivelano impreparate a fronteggiare quegli eventi negativi che non erano stati presi in considerazione.

I principali corollari alla legge sono i seguenti.

  1. Niente è facile come sembra;
  2. Tutto richiede più tempo di quanto si pensi;
  3. Se c’è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo;
  4. Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto;
  5. Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio.
  6. Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos’altro non vada fatto prima.
  7. Ogni soluzione genera nuovi problemi;
  8. I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedir loro di nuocere;
  9. Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla.

Il primo postulatore della legge fu l’ingegnere dell’Aeronautica statunitense Edward Murphy, ma l’attuale formulazione è dovuta al medico militare John Paul Stapp. Edward Murphy era uno degli ingegneri degli esperimenti con razzo su rotaia compiuti dall’US Air Force nel 1949 per verificare la tolleranza del corpo umano alle violente accelerazioni. Un esperimento prevedeva un gruppo di sedici accelerometri montati su diverse parti del corpo del soggetto, e metodicamente i tecnici li montavano tutti e sedici nella maniera sbagiata. Nel mondo letterario, quando Arthur Bloch espose la legge nel modo più compiuto, questi “avvertimenti” sono sempre stai considerati neinte più che un divertissement.

Tratto da L’alfabeto del leader – Compedio semiserio per manager colti (Guerini Next).

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