Recruit a Manager: com’è cambiata la selezione dei profili manageriali. Questo il titolo dell’appuntamento del ciclo Friday’s Manager di venerdì 17 febbraio, dalle 12 alle 13, a cura di XLabor, divisione del mercato del lavoro di Manageritalia, che accende i riflettori sulla selezione dei manager: come avviene oggi, con quali caratteristiche… ne parliamo con l’ospite protagonista dell’evento Stefania Ciocci, CEO, Consulente HR Change+ e Associate partner Arethusa.
Partiamo dall’inizio. Oggi voi che cercate i manager per le aziende come vi definite: cacciatori di teste, executive search…?
«Head hunter, recruiter e cacciatori di teste sono tutti nomi con i quali ci riconosciamo. Di fatto, siamo dei consulenti, ingaggiati dalle aziende per le loro esigenze di reclutamento, ma che agiscono, naturalmente, anche in favore dei candidati, con l’esplicito fine di creare condizioni di vantaggio reciproco».
Parliamo ora di cosa fate. Come li cercate, questi manager, ancor prima di selezionarli?
«Alla base della nostra attività c’è un progetto di ricerca che viene costruito ad hoc, sulla base del mandato ricevuto e delle specifiche esigenze del momento del cliente. La ricerca si muove in molte direzioni, dalla pubblicazione degli annunci ai social media professionali, all’interrogazione delle banche dati disponibili ecc.».
Cos’è cambiato e cosa cambierà ulteriormente nei modi di ricerca e selezione?
«È un’industria, quella del recruiting, che sta cambiando molto, dal mio punto di vista, in questo momento. Sono i meccanismi operativi e gli strumenti digitali che abilitano un livello di innovazione che si fa sempre più evidente. Certamente, questa permea la ricerca, attraverso strumenti per il più veloce riconoscimento di parole chiave contenute all’interno dei curricula, per esempio, ma è anche presente in talune pratiche di valutazione. Nella selezione, in particolare, il tema è come questi strumenti sono utilizzati, nella necessità di creare armonia tra l’innovazione digitale e la migliore gestione dei rapporti interpersonali».
Cosa cercate oggi in un manager? Prediligete gli aspetti hard, quelli soft o…?
«Cerchiamo entrambi, non c’è incarico efficace che non contempli la ricerca e la valutazione di un manager su entrambi questi piani. Per i manager, poi, personalmente, ricerco sistematicamente tre ulteriori specifici elementi che identificano e connotano la pratica manageriale stessa; tre fattori che svelerò nel corso dell’incontro e che è indispensabile tenere presente per svolgere progetti di ricerca e selezione efficaci e sui quali ritengo importante che ogni manager si confronti personalmente, in ottica di autovalutazione».
Qual è il modo giusto per un manager per entrare in contatto con voi che li cercate?
«Rispondere agli annunci nel minore tempo possibile dalla pubblicazione. È il momento ideale perché il recruiter possa dedicare il giusto tempo all’approfondimento conoscitivo. Ogni altro contatto professionale è gradito, per quanto possa non sfociare in un’immediata possibilità di scambio professionale».
Qual è la qualità che offrite ad aziende e manager che nessuna banca dati, inserzione, ricerca interna… potrà mai avere?
«Attenzione ed esperienza, certamente. Ogni recruiter ha poi approcci e modalità propri, nel comune intento di creare valore per azienda e candidati. Durante l’incontro del 17 febbraio mi farà piacere presentare la mia personale modalità di selezione di profili manageriali, percorrendo insieme un piccolo viaggio che mutua dai risultati di una famosa ricerca accademica sul lavoro manageriale e che prende anche in prestito delle immagini dal mondo dell’arte».