Donne quadro: carriera in salita?

Prosegue il nostro focus sul ruolo e il lavoro in azienda dei quadri, attraverso una serie di interviste a quadri nostri associati: un modo per riflettere su questa figura professionale, manager a tutti gli effetti, oggi di fronte a sfide sempre maggiori, come dimostra anche l’indagine realizzata da Manageritalia e per cogliere spunti utili per la professione di tutti i lavoratori.

Oggi ci confrontiamo con Barbara Celani, HR Development Manager Sephora.

Cosa pensi di questa carica delle donne nel mondo del lavoro, che ha la sua cuspide nelle donne quadro?

Molto spesso nelle aziende modernamente organizzate si ha la possibilità di relazionarsi e di confrontarsi con donne, responsabili di funzione, che hanno la qualifica di quadro. Fino ad oggi la percentuale uomo/donna quadro da me incontrata durante la mia esperienza professionale è equivalente: non si ha la percezione che ci siano più donne o più uomini quadro. Quello che però sembra accadere è che la velocità con cui si arriva alla dirigenza cambia. In effetti gli uomini hanno un percorso di carriera decisamente più veloce e il passaggio da quadro a dirigente è più veloce.

Tu sei un quadro. Cosa pensi di queste figure professionali che si dice siano cinghia di trasmissione tra direzione e collaboratori?

I quadri sono figure professionali decisamente delicate, da un lato partecipano alle decisioni aziendali e strategiche e dall’altro hanno il dovere di trasferire le scelte aziendali ai collaboratori cercando di tutelarli. Ciò vuol dire che avere un quadro adeguato in una funzione aziendale è di fondamentale importanza per la motivazione del team e per la corretta interpretazione delle linee guida aziendali.

Quali sono le caratteristiche che un manager deve oggi mettere in campo? Ci sono differenze tra uomo e donna?

Le caratteristiche fondamentali che dovrebbero appartenere a questa figura professionale, uomo o donna che sia, sono la passione e la voglia di fare la differenza. Le donne probabilmente sono più “generose” in termini di passione e hanno una sensibilità maggiore nel leggere le sfumature e quindi le dinamiche aziendali.

Oggi c’è ancora un soffitto di cristallo nelle posizioni di vertice, ma in generale quali sono gli aspetti del mondo del lavoro che penalizzano le donne?

È verosimile pensare che la maternità interrompa/sospenda la velocità del percorso di carriera… necessariamente dopo la gravidanza noi donne ci dedichiamo per qualche tempo “a un tema diverso e altrettanto prezioso”.

Cosa serve oggi a un manager, donna o uomo che sia, per emergere e aggredire le innumerevoli sfide che la professione propone?

Credo che l’arma vincente risieda nella volontà di dare valore aggiunto e di essere sempre coerenti con se stessi, lavorare ogni giorno con entusiasmo e soprattutto con la consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo, soprattutto se si gestiscono risorse.

Tu che ti occupi di risorse umane, quali consigli daresti alle donne quadro, ma anche in generale, per muoversi in modo vincente nel mondo del lavoro?

Per le donne che hanno la volontà di crescere ulteriormente, l’organizzazione professionale e familiare diventa fondamentale. La focalizzazione sull’obiettivo e l’avere ben chiaro dove si vuole arrivare è una condizione necessaria per costruire un percorso strutturato frutto di scelte coerenti. A questo però si deve aggiungere una buona intelligenza sociale che consente di relazionarsi a tutti i livelli e di muoversi in dinamiche spesso sconosciute e talvolta delicate.

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