Donne: entriamo nel merito (con Antonella Portalupi)

Lavoro, famiglia e società. Ripartiamo da e con le donne. Ne parliamo con Antonella Portalupi, vicepresidente Manageritalia

Com’è essere donna oggi nel mondo del lavoro?
«Sfidante. La “donna al lavoro” per avere successo e competere con gli uomini deve dimostrare di essere più credibile e talvolta più talentuosa e competente dei colleghi. Nella “sfida” ci metto anche la capacità di colmare lo svantaggio delle donne nel coniugare e gestire vita-lavoro-trasferte-figli-famiglia-casa».

Cosa non va, cosa manca… per arrivare al fatto che il genere non impatti sulle possibilità di lavorare?
«Maggiori infrastrutture e servizi integrativi per la prima infanzia, flessibilità nell’orario di lavoro: in questo, con la pandemia, abbiamo fatto rilevanti passi in avanti. In taluni ambienti anche un mancato progresso di tipo culturale e sociale».

Quali ostacoli ha incontrato nella sua vita lavorativa addebitabili solo all’essere donna che permangono anche oggi?
«Ho svolto per anni un lavoro tipicamente maschile. Per avere successo ho dovuto essere più preparata, più aggressiva e più “tosta” di molti dei colleghi “maschi”, adattarmi ai ritmi stressanti e accettare che a volte non si riesce a fare “bene” tutto. È importante però stabilire delle priorità personali sui valori e sui tempi con i quali raggiungere i propri obiettivi».

Ci racconta un’esperienza personale positiva che ha vissuto nel suo lavoro dove il genere non ha influito negativamente?
«Quando in un evento internazionale con colleghi di tutto il mondo, in un momento di team building, era necessario superare delle “prove” e dimostrare una leadership riconosciuta dagli altri partecipanti del gruppo. Scelsero me, motivando che ero stata maggiormente efficace, ma, soprattutto, più “fair” ».

Le donne: non occupate o mediamente pagate meno, quali le cause?
«La segregazione del ruolo delle donne nell’organizzazione del lavoro può portare in alcuni casi ad una svalorizzazione dei posti che occupano. Incentivi o sgravi a favore delle imprese potrebbero colmare gli attuali gap».

La maternità pare essere ancora una causa di abbandono o perdita del lavoro o di freno alla carriera. È così e che fare?
«Vero. Chi fa da sé fa per tre, dice un proverbio. Ci vuole una grande capacità organizzativa, ma al primo posto io metto l’amore per i figli. Sono stata fortunata, molto spesso durante la mia carriera ho incontrato colleghi e colleghe sensibili disposti a spostare riunioni, modificare scadenze e badare alla “sostanza”, piuttosto che alla “forma”».

Cosa può e deve fare un manager per includere veramente e alla pari donne in azienda e nell’organizzazione del lavoro?
«Nessun pregiudizio, flessibilità, mettersi nei panni dell’altro e valorizzare il merito».

Cosa pensa di quello che Manageritalia ha fatto in questi anni con il Gruppo Donne Manager e, in generale, per dare alle donne le stesse possibilità degli uomini sul lavoro?
«La mission del Gruppo Donne Manager, nato a fine anni 90, è quella di essere un punto di riferimento per la valorizzazione di una cultura della diversity, per favorire managerialità, meritocrazia e produttività per la crescita del nostro paese. Direi che a distanza di oltre 20 anni i risultati raggiunti sono eccezionali, grazie alla passione, all’impegno e alla grinta di colleghe, e colleghi, lungimiranti».

Guardando avanti, cosa serve da parte di Manageritalia e in generale per arrivare a neutralizzare il genere sul lavoro e partire tutti alla pari?
«Gender gap? Quando riusciremo a non parlare più di “quote rosa”, ma magari di “quote azzurre”, forse avremo risolto molte questioni».

Una parte significativa dei fondi del Recovery fund è destinata all’occupazione femminile. Una svolta per un futuro più “rosa”?
«Decisione storica, quella del Consiglio europeo, che va nella direzione di disciplinare il bilanciamento dei tempi di lavoro e di vita attraverso la valorizzazione del lavoro agile e flessibile. Una questione irrisolta è quella del gender pay gap: la disparità salariale non è solo una questione femminile, ma allontana il nostro paese da un utilizzo efficace delle risorse con le quali creare benessere per tutti».

Antonella Portalupi è vicepresidente Manageritalia. Dottore commercialista e revisore legale, fa parte del cda del Fondo Mario Negri, è docente a contratto presso l’Università di Pavia e consulente aziendale per una primaria società di revisione.

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