Donald Trump è un personaggio controverso. Abbiamo assistito a tutte le sue esternazioni durante la campagna presidenziale degli Stati Uniti. Si è espresso in modo diretto e grossolano su immigrazione, genere femminile e politica estera. Giornalisti, intellettuali, artisti, attori e tutto il mondo dem è terrorizzato dall’idea che Trump assuma la guida della nazione americana. Tanto da essere definito “il candidato più pericoloso della storia”. Come è possibile che un personaggio dipinto in modo così naif dai media di tutto il mondo sia salito così in alto nelle preferenze degli americani tanto da rendere insicura l’elezione di Hillary Clinton?
Possiamo essere d’accordo o meno ma Donald Trump, per i parametri americani, è un businessman di successo, di straordinario successo. Dotato di una tenacia pari solo alla sua tracotanza, Trump rappresenta per certi versi il capitalismo più rapace ma allo stesso capace. Perché Donald Trump è stato capace di costruire un impero immobiliare diventando l’ennesima icona del sogno americano dove tutti possono farcela, basta volerlo.
Quindi, aldilà degli aspetti deleteri che i giornali ci hanno trasmesso sul personaggio, chi è in realtà Donald Trump? Come ha fatto a raggiungere il successo e soprattutto a guadagnare così tanti soldi? Con questa curiosità ho cominciato a leggere “Pensa in grande e manda tutti al diavolo” (Rizzoli editore), autobiografia del tycoon americano.
Già dal titolo è facile intuire come questo sia un libro molto diretto, schietto come lo è il protagonista. Un libro che però sorprende, non si tratta solo di una lista dei successi raggiunti dal nostro Donald, amplificati dal megafono del suo Io ipertrofico.
Intendiamoci c’è anche questo ma questo libro è anche una sorta di manuale di orientamento alla carriera, una specie di career counseling ma solo più spiccio, brutale. Brutale come certe verità che non si possono confutare. Qualche esempio? Volete avere successo nella vostra carriera? Dovete amare il vostro lavoro, quello che fate vi deve piacere. Semplice. Lasciate stare incarichi prestigiosi, stipendi certi per fare contenti genitori/mariti/mogli o generare invidia in vicini di casa/amici/ex-compagni di scuola e così via. Fate quello che vi piace. Solo questa cosa vi garantirà la certezza del posto di lavoro, perché quando lo perderete, la passione per quello che fate o volete fare vi permetterà di rialzarvi e perseguire i vostri obiettivi.
Dovete capire cosa vi piace fare, quali sono le attività che vi fanno stare bene quando le fate e che fate senza neanche accorgervi, senza fatica. Una volta capito, lottate per raggiungere i vostri obiettivi. Una lotta che va perseguita con la giusta cattiveria. Una cattiveria giusta perché il buonismo, come ci dice Donald, è l’alibi dei perdenti. Se non ci piace chiamarla cattiveria chiamiamola allora determinazione, caparbietà, capacità di seguire il proprio istinto e perseguire le nostre decisioni anche quando gli altri ci sono contro.
Un libro, chiamiamolo di “formazione alla lotta” dove il pensiero-guida è quello di Donald Trump. Ingredienti questi che non possono che stimolare la vostra curiosità e leggere questo libro.