Abbiamo già parlato in un precedente articolo di come la nostra mente debba essere allenata a cogliere quanto di positivo accade nelle nostre vite. Questo per impedire al nostro cervello di concentrarsi solo sulle notizie negative, retaggio di quando i nostri antenati dovevano difendersi dai predatori e combattere per procurarsi il cibo.
Come fare però quando la mente si ostina a “vedere nero” e ripetere che non ce la faremo a ottenere quella promozione, portare a termine quel progetto, parlare in pubblico la prossima settimana davanti a tutto il management? Pensieri questi tanto potenti da offuscare la visione della realtà e impedire di cogliere quelle opportunità professionali per le quali abbiamo tanto lavorato. Come fare quindi per interrompere questo fastidioso e fuorviante chiacchiericcio mentale? Ce lo spiega questo articolo comparso nella rubrica “Work smart” su Fortune.
Prima di tutto il cervello funziona in questo modo perché cerca di proteggerci. Di fronte a una situazione nuova, una presentazione, un colloquio per una posizione importante che obbliga a uscire dalla nostra “comfort zone”, il cervello avverte “lascia stare, non ce la farai mai, è troppo pericoloso, farai una figuraccia”. Un meccanismo protettivo appartenente a uno stadio evolutivo precedente che vuole farci evitare situazioni interpretate come rischiose.
Primo stratagemma quindi per reagire a questi pensieri è riconoscerli come tali. Accorgersi che la nostra mente, in quel momento, non è nostra amica e ci sta impedendo di esprimere tutta la nostra creatività di cui siamo capaci. Necessario quindi fare un passo di lato e guardare ai pensieri negativi per quello che sono, tentativi del nostro cervello di metterci al sicuro per evitare situazioni di stress.
Secondo passo è chiedersi se questi pensieri hanno un qualche fondamento di verità. Se siamo vicini a una promozione che ci porterà a un ruolo di maggiore responsabilità e cominciamo a pensare che non ce la faremo mai e che falliremo nel nuovo ruolo chiediamoci cosa c’è di vero dietro queste paure. Una volta appurata l’inconsistenza di questi pensieri, pensate a tutte le volte che siete usciti dalla vostra zona di conforto e avete avuto successo, nonostante i pensieri avversi.
Esercitare il cervello a “vedere positivo”
Utile allora sottoporre il nostro cervello a qualche esercizio mattutino, come una vera e propria routine di allenamento in palestra. Cosa voglio ottenere da questa giornata? Quali obiettivi devo raggiungere? E alla sera, invece di fare il bilancio delle cose negative successe, concentrarsi sui risultati raggiunti, su cosa abbiamo ottenuto rispetto a quanto ci eravamo prefissati.
Un esercizio questo che fornirà al cervello la prova evidente della nostra capacità di superare gli ostacoli, dei nostri successi. Questo lo abituerà a un linguaggio non più concentrato solo sui pensieri negativi.