Coaching: è davvero essenziale per avere successo?

Non è sempre facile trovare da soli la giusta motivazione e, soprattutto, le risorse dentro di sé per creare una trasformazione sostenibile. Può essere però di grande aiuto un coach, che può accompagnare nell’affrontare queste sfide.

Avere successo sul lavoro sembra essere diventato sempre più sfidante (e complicato). Sicuramente l’evoluzione congiunturale, quella tecnologica e non in ultimo lo sviluppo intellettuale dell’essere umano continuano a porre nuove sfide.


Per crescere, migliorare ed eccellere è necessario investire tempo ed energie allenando e acquisendo nuove capacità non solo tecniche. L’umiltà, la spensieratezza, la flessibilità, la consapevolezza, la pace interiore insieme alle più note soft skill e all’intelligenza emotiva sono elementi imprescindibili di un appagante percorso di carriera, per quanto non sempre ad esso associati.


Esprimere tutto ciò in modo naturale e senza controllarsi costantemente richiede altissimi livelli di energia ed è altamente sfidante per la maggior parte delle persone.


Se consideriamo poi anche il mercato del lavoro attuale, sempre più fluido e con connotazioni sempre meno conosciute e definite, diventa probabile perdere il focus e diventa fondamentale ridefinire le proprie prospettive.

Non è sempre facile però trovare la giusta motivazione e, soprattutto, le risorse dentro di sé per creare una trasformazione sostenibile.

Non sempre è facile farlo da soli. Può essere però di grande aiuto un coach, che può accompagnare nell’affrontare queste sfide.



Il coaching è efficace se si concentra interamente sugli obiettivi, i punti di forza e le interferenze dell’individuo, valorizzando il tutto per uno sviluppo più rapido ed efficace della leadership.


L’International Coaching Federation, in particolare, è la più grande associazione di coach professionisti al mondo, e definisce il coaching come “una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale”.



La metodologia di coaching adottata da ICF si basa sulla certezza che le persone siano in grado di gestire efficacemente e in modo soddisfacente sia l’aspetto professionale che personale della propria vita. Il coach le aiuta solo ad apprendere ed elaborare delle tecniche, strategie e azioni che permetteranno di migliorare sia le performance che la qualità della propria vita.

Il coaching aiuta così a considerare e sperimentare nuove prospettive e opportunità personali ampliando la propria visione e la capacità di prendere decisioni.

Il coaching, quindi, ha delle potenzialità altissime ma, come appena descritto, necessità di specifiche condizioni da parte delle persone che si affidano al coach. È importante avere chiare le problematiche su cui lavorare, avere la consapevolezza di voler migliorare degli aspetti e la forza di volontà di per cercare e ottenere infine il proprio risultato (e nel caso che il problema sia la mancanza di voglia, il desiderio di fare qualsiasi cosa per ritrovarla).


L’executive coaching aiuta le persone a trovare le risorse dentro di sé per creare una trasformazione sostenibile. Può migliorare notevolmente le prestazioni di un leader e mettere le persone sulla corsia preferenziale. Poiché il coaching si concentra interamente sugli obiettivi, i punti di forza e le interferenze dell’individuo, è la forma più rapida ed efficace di sviluppo della leadership.


Quando affidarsi all’executive coaching?
L’executive coaching può essere utile in qualsiasi fase della carriera di un leader o di un manager per massimizzare l’impatto e le prestazioni. Viene spesso utilizzato per accelerare lo sviluppo di leader ad alto potenziale e può essere particolarmente utile nei periodi di cambiamento e transizione. Il coaching può sia aiutare a realizzare il cambiamento, come una promozione, un trasferimento di lavoro o l’introduzione di una nuova strategia, e può aiutare il leader ad affrontare la transizione e guidare il cambiamento con successo attraverso il proprio team.


Inoltre, può essere utilizzato come parte di un più ampio programma di sviluppo della leadership. Un percorso di coaching anche dopo una formazione può aiutare i leader a riflettere su ciò che hanno imparato e a stabilire nuovi obiettivi da utilizzare e incorporare nella loro quotidianità. Il coaching può aiutare un leader ad eccellere in un ambito o in un progetto speciale, massimizzando l’apprendimento e i nuovi comportamenti che ne derivano.


Come funziona l’executive coaching?
Un buon coaching porta un leader ben oltre i limiti della percezione delle proprie capacità e apre nuove prospettive di opportunità. È una partnership collaborativa che si basa sulla convinzione del coach nel potenziale del leader piuttosto che concentrarsi sui suoi problemi. Il coaching porta a prestazioni elevate aumentando la consapevolezza del leader e generando la sua responsabilità di agire. Per raggiungere questo obiettivo, i coach utilizzano potenti framework di domande, ascolto attivo e un confronto constante tra desideri e realtà.

I più recenti studi hanno dimostrato che sempre più spesso sono proprio i grandi talenti ad essere affiancati da qualcuno che li aiuta a elaborare strategie per raggiungere il massimo successo.



Analisi comparativa e misurazione
Un coach e un leader potrebbero concordare di confrontare le prestazioni del leader prima e dopo le sessioni di coaching. Questo può essere fatto raccogliendo dati attraverso feedback a 360 gradi, una diagnostica o il coach che osserva il leader in azione. Ciò fornisce informazioni preziose sull’impatto del coaching sul comportamento, sull’organizzazione e sui risultati finali (a seconda del ruolo del coachee). La misurazione dei vantaggi e del ritorno sull’investimento (ROI) dell’executive coaching è considerata il “Santo Graal” del coaching perché consente alle organizzazioni di comprendere l’impatto dell’investimento e dimostrare il caso del coaching.


Un caso specifico
L’executive coaching è un percorso che indicativamente si conclude in 3-6 mesi e che può includere non solo il leader, ma eventualmente anche i membri del suo team. È proprio questo il processo seguito con un imprenditore di una società presente a livello nazionale. La sua determinazione e la voglia di fare invece che essere un elemento strategico per lo sviluppo del business stavano diventando una barriera, creando conflitti con le persone del team e con importanti risvolti non solo umani ma soprattutto economici.


Dopo alcuni incontri focalizzati a capire le motivazioni individuali e del team, si è passati alla fase successiva dell’analisi per capire dove e perché si era creata quella distanza.


Il lavoro per affrontare, interiorizzare e valorizzare i feedback ricevuti è stato quello sostanziale per decidere gli step successivi e definire azioni concrete in risposta ad ogni feedback ricevuto.

L’ultima fase, quella conclusiva è stata dedicata alla misurazione dei risultati e al monitoraggio delle reazioni del team al nuovo approccio e ai nuovi comportamenti.


Un lavoro di squadra che partito dal titolare, ha quindi coinvolto i membri del suo team per ottenere un clima sereno ma soprattutto produttivo.


E voi? Avete mai considerato di rivolgervi a un coach?

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