Bruno Munari e il management

Ripercorrere il lavoro di questo geniale designer italiano nella mostra “Bruno Munari tutto”, in corso alla Fondazione Magnani-Rocca di Parma, è uno stimolo per trovare soluzioni ai problemi, o meglio, a cogliere le opportunità, anche nel business

La Fondazione Magnani-Rocca celebra (16 marzo-30 giugno, Mamiano Parma) uno dei più grandi geni creativi del Novecento, l’‘inventore’ Bruno Munari (Milano 1907-1998), definito da Pierre Restany il Leonardo e il Peter Pan del design italiano.

Qualcosa di imperdibile per tutti, ancor più per chi, come un manager, deve sviluppare innovazione e creatività a livello di modelli di business, organizzazione del lavoro e tanto altro.

Nella mostra “Bruno Munari tutto” sono concentrati settant’anni di idee e di lavori – Munari aveva iniziato la propria attività durante il cosiddetto Secondo Futurismo, attorno al 1927 – in tutti campi della creatività, dall’arte al design, dalla grafica alla pedagogia: proprio per la difficoltà di dirimere chiaramente i territori linguistici da lui affrontati nel corso del tempo, la rassegna non è suddivisa per tipologie o per cronologia, ma per attitudini e concetti, in modo da poter mostrare i collegamenti e le relazioni progettuali tra oggetti anche apparentemente molto diversi l’uno dall’altro.

Grafica, oggetti, opere d’arte, TUTTO risponde a un metodo progettuale che si va precisando con gli anni, con i grandi corsi nelle università americane e con il progetto più ambizioso, che è quello dei laboratori per stimolare la creatività infantile, che dal 1977 sono tuttora all’avanguardia nella didattica dell’età prescolare e della prima età scolare.

Il lavoro di Munari negli ultimi anni è stato oggetto di una rinnovata attenzione, finalmente anche in campo internazionale, dopo i riconoscimenti ottenuti in vita, soprattutto in paesi quali il Giappone, gli Stati Uniti, la Francia, la Svizzera e la Germania, oltre naturalmente all’Italia.

Ma veniamo a Munari, al suo metodo progettuale e al management. Partiamo da uno dei suoi assunti: “Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.”

Come non trovarci linfa vitale per le quotidiane sfide professionali che ci accomunano nell’innovare, anche e soprattutto semplificando un modello di business o organizzativo, un processo o l’accesso del cliente alle nostre soluzioni…

E il metodo progettuale di Munari lo vediamo chiaramente nel percorso della mostra e lo troviamo nel suo libro “Da cosa nasce cosa” (1981), che si apre con queste parole: “Progettare è facile quando si sa come si fa. Tutto diventa facile quando si conosce il modo di procedere per giungere alla soluzione di qualche problema”.

E poi, ancora, a proposito di collaborazione: “Il metodo progettuale non cambia molto, cambiano le competenze; invece di risolvere il problema da solo, nel caso di un grande progetto occorrerà aumentare il numero dei competenti e dei collaboratori e adattare il metodo alla nuova situazione”.

Un intero capitolo del libro definisce nel dettaglio come progettare e propone un metodo che viene presentato come una serie di operazioni da svolgere in una sequenza precisa e rigorosa.

Nel libro, a riprova della su capacità di semplificare, ci spiega in poche mosse la metodologia da usare per progettare al meglio le cose partendo da una ricetta, quella del “Riso Verde”.

Metodologia del design Bruno Munari

Nonostante il libro sia rivolto prevalentemente ai designer, è facile trovare tra le sue parole insegnamenti preziosi per chiunque abbia a che fare con la progettualità, cioè con quell’attività in equilibrio tra creatività e razionalità, in cui esperienza, sensibilità e gusto personale sono solo alcuni tra i fattori che giocano un ruolo fondamentale. Basta riempire, magari in un lavoro sinergico e collaborativo, le caselle di questo Monopoli per arrivare alla Soluzione del Problema o meglio a cogliere le opportunità.

Il metodo progettuale di Bruno Munari

P         Problema
DP      Definizione del Problema
CP      Componenti del Problema
RD      Raccolta dei Dati
AD      Analisi dei Dati
C         Creatività
MT      Materiali e Tecnologie
S         Sperimentazione
M        Modelli
V         Verifica
S         Soluzione

Qui una bella spiegazione di come agire nelle varie fasi.

Per chiudere, ricordiamoci che, come dice Antonio Rebolini, citato nel libro di Munari: “Quando un problema non si può risolvere, non è un problema. Quando un problema si può risolvere, non è un problema.”

Allora, per cominciare, andiamo a vedere le soluzioni dei problemi o meglio le opportunità colte da Bruno Munari nella imperdibile mostra di Parma, nella splendida Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo, alle porte di Parma.

I motivi sono due: visitare la mostra appena inaugurata “Bruno Munari tutto”, per tuffarsi, perdersi e ritrovarsi nell’incredibile mondo creativo di Bruno Munari, e godere del fascino sontuoso della villa e della sua collezione, che contempla Tiziano, Dürer, van Dyck, Goya, Canova, Renoir, Monet, Cézanne, de Chirico, Morandi, Burri e molti altri, appartenuta al musicologo e critico d’arte Luigi Magnani.

Bruno Munari tutto

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca