7 trend della formazione aziendale post-Covid-19

In un mondo del lavoro sempre più liquido l'acquisizione di nuove competenze rappresenta nuove sfide

La pandemia ha provocato cambiamenti irreversibili anche nella formazione aziendale. In un mondo del lavoro in cui i modelli organizzativi tradizionali sono stati messi in discussione, l’area del training professionale e del learning & development vede nuove priorità. In uno scenario globale profondamente instabile, in cui il “cambio di casacca” sarà sempre più comune, essere in grado di colmare i gap formativi diventerà essenziale.

Abbiamo selezionato sette trend che coinvolgeranno la formazione di tutti, a prescindere dal ruolo, ma che i manager dovrebbero tenere a mente per programmare piani di sviluppo per i propri team e per se stessi. Questi trend rispecchiano tra l’altro appieno le proposte del Cfmt – Centro di formazione management del terziario.

1) E-learning, ovvero la formazione nell’era del distanziamento sociale. Il lavoro da remoto non può costituire un ostacolo per la formazione, per questo i programmi di e-learning conosceranno un vero e proprio boom, sia in modalità 100% online sia in modalità blended. All’interno di questo ambito, grande sviluppo si prevede per l’e-learning personalizzato. Inoltre, il coinvolgimento dei manager nel learning design dei collaboratori sarà determinante.

2) Microlearning. Siamo tutti consapevoli che trascorrere ore e ore tutti i giorni davanti a uno schermo può causare burnout. Ecco allora che la formazione sarà sempre più costante ma parcellizzata. I tre giorni o le settimane intere dedicate all’apprendimento di nuove competenze saranno un lontano ricordo. Uno strumento pratico e piacevole di microlearning? Il podcast, come quello di Manageritalia Atomi&Bit.

3) Nuovi strumenti di collaborazione. Lo sviluppo digitale e dell’AI vedrà la nascita di nuovi tool e piattaforme per l’apprendimento continuo. Sari Wilde, Managing vice president Gartner e coautrice insieme a Jaime Roca del libro The Connector Manager, spiega: “Per essere efficaci i nuovi strumenti devono avere al centro un contenuto strutturato in modo diverso, il ruolo del coordinatore dei programmi deve essere chiaro, così come gli obiettivi della formazione. I materiali forniti attraverso le piattaforme dovranno essere intuitivi, coinvolgenti e facili da usare. Poiché l’interattività in un ambiente virtuale è difficile, i professionisti dovranno adottare una strategia smart per favorire la partecipazione”. Basta insomma con i powerpoint riciclati. 


4) M-learning (mobile learning). Già nel 1923 Thomas Edison sosteneva che le videoclip avrebbero sostituito nel futuro insegnanti e libri. L’ascesa del mobile learning è in parte dovuta alla crescente consapevolezza che le persone sono alla ricerca di informazioni ed esperienze di apprendimento di alta qualità in un formato più accessibile. Fare formazione via mobile significa abbracciare la gamification e la condivisione sui social network. Il tutto, ancora una volta, in modo estremamente flessibile. Del resto, col cellulare sempre in mano possiamo fare formazione ogniqualvolta abbiamo un momento libero.

5) Formazione su salute e benessere. Incoraggiare la buona salute e il benessere dei lavoratori è sempre stato prioritario, ma oggi è indispensabile. Non solo, dunque, programmi di sicurezza negli ambienti di lavoro (uffici, spazi da condividere o a casa propria), ma formazione per garantire il benessere mentale, webinar, appuntamenti di mindfulness ecc.

6) Social learning. Il social learning favorisce la formazione nell’ambiente lavorativo e allo stesso tempo la condivisione del sapere tra esperti e colleghi. La formazione, dunque, diventa un elemento chiave della cultura aziendale. A differenza dei modelli di apprendimento tradizionali, il social learning prevede un approccio in contesti professionali reali, scenari e situazioni concrete, concentrandosi su come i lavoratori interagiscono con i loro colleghi per l’apprendimento just-in-time e l’acquisizione di competenze, adottando il modello di apprendimento 70:20:10: il 70% della propria conoscenza deriva dall’esperienza sul posto di lavoro, apprendimento informale – learning in the workplacelearner-to-learner feedbackstructured learning.

7) Soft skills. Crescente attenzione alla formazione sulle soft skill. In un mercato del lavoro in cui i ruoli possono divenire presto obsoleti, il focus saranno le soft skills, competenze trasversali come pensiero agile, creatività, comunicazione e collaborazione diventeranno un must.

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