Quando si ricomincia, quasi inevitabilmente, ci si deve presentare a persone nuove che non ci conoscono per nulla. È un momento cruciale in cui ci si posiziona nei confronti degli altri in un modo che sarà poi difficile cambiare: abbiamo infatti la tendenza, come esseri umani, a valutare sulla base delle prime impressioni (anche se è fonte di errori). In quei primi momenti è importante avere ben chiari i propri punti forti soggettivi, ma anche collettivi, per proiettare sicurezza e farli valere. Eccoli.
Vantaggio n. 1: siamo più liberi da vincoli. L’idea che le possibilità di scelta diminuiscano col passare del tempo (in parte vera) va mitigata con alcune considerazioni. Gli adulti maturi subiscono meno pressioni e devono sottostare a minori vincoli dei giovani che tendono a essere più condizionati dalle aspettative proprie e degli altri (per esempio, entrare in una buona università, fare un certo tipo di studi, fare carriera eccetera). Inoltre, in genere gli adulti maturi hanno meno ansia di dimostrare il loro valore e di conquistare il proprio posto al sole: questo li rende più sereni ed equilibrati. Infine, spesso hanno minori vincoli familiari (conciliare una giovane famiglia con il lavoro non è facile) ed economici (per esempio, non poter lasciare un lavoro perché c’è un mutuo da pagare). Certo, i genitori che invecchiano possono diventare una fonte di condizionamento pesante e non tutti arrivano all’età matura con minori preoccupazioni economiche, ma rispetto ai giovani di solito si ha maggiore flessibilità. In conclusione, la società ci dipinge pieni di limitazioni proprio quando, finalmente, siamo più liberi.
Vantaggio n. 2: puntiamo a realizzare il nostro pieno potenziale più che a competere. Dopo i 50 le motivazioni si spostano, usando la classificazione dello psicologo statunitense Abraham Maslow, da quelle orientate al soddisfacimento di bisogni a quelle incentrate sulla crescita personale. Le prime sono guidate dalla mancanza di qualcosa: per esempio, chi ha poca autostima è guidato dal desiderio di dare prova del proprio valore, così come chi ha fame è motivato dalla necessità di nutrirsi. Le seconde, al contrario, si alimentano col desiderio umano di raggiungere il proprio pieno potenziale. In altre parole, gli adulti maturi sono in genere meno assillati dal desiderio di emergere rispetto ai colleghi più giovani e, all’opposto, spesso motivati a collaborare e ad aiutarli (è un modo di realizzarsi).
Vantaggio n. 3: ci conosciamo e conosciamo il mondo. Dopo alcune decadi di lavoro, la maggior parte di noi è stata esposta a successi, insuccessi, crisi, ingiustizie, riabilitazioni. Questo ci ha permesso di conoscere le dinamiche organizzative e interpersonali, di riuscire a vederle da una certa distanza, di imparare a gestirle con maggiore distacco emotivo e di attingere a un più ampio arsenale di strategie per affrontarle. Di conseguenza, la capacità di prendere decisioni misurate e assumere posizioni equilibrate di solito migliora con l’età. Inoltre, tutte le situazioni affrontate ci hanno permesso di capire su quali delle nostre risorse interiori e su quali delle nostre capacità possiamo contare per superare le avversità o per cogliere le opportunità. Mentre i giovani spesso stanno ancora cercando se stessi, attività parecchio dispendiosa di energie, noi ci siamo già trovati.
Vantaggio n. 4: abbiamo più stabilità emotiva. Una recente ricerca dell’Università nazionale di Singapore indica che gli adulti maturi hanno una migliore omeostasi emotiva Kenneth Teck Kiat Lim, Rongjun Yu, “Aging and wisdom: age-related changes in economic and social decision making”, Frontiers in Aging Neuroscience, 18 June 2015., cioè hanno la capacità di autoregolare le emozioni mantenendo costante l’ambiente interno nonostante le variazioni dell’ambiente esterno. In pratica, soffriamo di minori sbalzi di umore e siamo meno soggetti a intemperanze. Una volta si chiamava saggezza, ma in sostanza è la capacità di mettere gli eventi, in particolare quelli negativi, in prospettiva, evitando di drammatizzare. Perché è un vantaggio? Perché le brusche variazioni di umore consumano energie, fanno perdere lucidità e portano a commettere errori di valutazione. Inoltre, l’umore è contagioso: saperlo regolare permette di limitare i contagi negativi agli e dagli altri.
Vantaggio n. 5: siamo più felici. Come scrive Jonathan Rauch, autore del libro The Happiness Curve: Why Life Gets Better After 50, la felicità aumenta dopo i 50 anni. Infatti, la curva della felicità ha una forma a “U”: la felicità diminuisce fino ai 40-50 e poi riprende a crescere. Il minimo si tocca nella cosiddetta “crisi di mezza età”, poi la felicità inizia a crescere. Come mai? Perché, come ci spiegano da sempre gli psicologi, la felicità è funzione di come viviamo gli accadimenti della vita, non soltanto degli accadimenti stessi. Da giovani tendiamo a rincorrere gli obiettivi che ci siamo dati o i sogni che abbiamo, per poi sostituirli, appena sono stati raggiunti o si sono realizzati, con altri più ambiziosi o grandiosi. Questo ci pone in una situazione di perenne insoddisfazione. La ricerca conferma che gli adulti maturi provano meno stress, rimpianto, ansia da prestazione e necessità di affermare a ogni piè sospinto il proprio valore. Inoltre, dedicano meno tempo dei giovani a pensare alle circostanze negative. La ricetta della felicità è proprio in questi atteggiamenti.
Tutti e cinque questi vantaggi, inclusa la felicità (che, come l’infelicità, d’altra parte, influenza il clima aziendale), sono rilevanti nel contesto lavorativo e impattano la performance. Eppure, e torniamo agli stereotipi negativi legati all’età, ben poco di questo ci viene riconosciuto quando, volendo o dovendo ricominciare, ci presentiamo a fare un colloquio di lavoro. Non vi suggerisco naturalmente di recitare i cinque vantaggi descritti, ma di averli ben presenti e di trovare il modo, indiretto, di sottolinearli, meglio se portando esempi che vi riguardano.
Testo tratto da Il magico potere di ricominciare, Odile Robotti, Mind Edizioni.