5 consigli di personal branding per executive professional

Cosa si dice di voi sul web? La vostra reputazione online va gestita in modo consapevole. Vediamo insieme come

Un executive professional spesso è stato in precedenza un manager d’azienda. Poi, cominciando a operare con contratti libero-professionali a stretto contatto con i vertici aziendali ha imparato a gestire nuove dinamiche imprenditoriali, senza perdere la fondamentale intelligenza organizzativa acquisita. Oggi viene dato molto più peso anche alle capacità imprenditoriali degli stessi dipendenti d’azienda: si parla di intrapreneurship ed è diventata materia di sviluppo in azienda.

Qual è il vostro posizionamento sul mercato? Per scoprirlo c’è un modo molto semplice: cercarlo sul web. In che modo è possibile gestire la propria reputazione online? Attraverso un personal branding consapevole. Vorrei condividere con voi questi 5 consigli in proposito:

  1. Occhio a Google Se cercate il vostro nome su Google, tra i risultati che vi restituisce la prima pagina della ricerca, si può ricostruire la vostra storia? L’avete mai raccontata online? Qualcuno parla di voi? Avete iniziato a raccogliere i link che vi riguardano? Avete un profilo LinkedIn che contenga tutti i vostri risultati, gli obiettivi, i progressi e i fallimenti? Quando un cliente si affida a voi, executive professional, lo fa anche per il vostro essere manager/ imprenditore/consulente, perché sa che, grazie al vostro mix di storia e competenza, potete comprendere il contesto aziendale in cui il committente è ancora immerso, perché voi quel contesto complesso lo avete vissuto in prima persona. Oggi prima di scegliere un consulente, prima di definire la persona giusta per i propri progetti aziendali, al passaparola si aggiunge la fondamentale opportunità di verificare direttamente online la credibilità del nostro futuro partner: come riconoscere le sue caratteristiche, affidarsi alla sua competenza, fidarsi di lui ancora prima di incontrarlo? Grazie anche a ciò che la rete dice di voi.
  2. La vostra presenza online è uno strumento di marketing Una volta fuori dall’azienda dobbiamo ancor più venderci e innovare il modo di farlo utilizzando il digitale e le piattaforme sociali online: il nostro potenziale committente si aspetta da noi un posizionamento in termini di personal branding evoluto e rapido. Posizionamento vuol dire comportamento: oggi essere online vuol dire manifestare un comportamento che ha a che fare con i nostri processi. La nostra presenza denoterà le nostre abilità di marketing, di vendita, di comunicazione e di apprendimento continuo.
  3. Rispettate le 3 C del personal branding. Come far emergere queste abilità? Con un uso strategico e coordinato delle piattaforme che ci permetteranno di raggiungere i nostri obiettivi di business. Il nostro personal brand verrà percepito grazie ad alcuni elementi che concorreranno a far emergere la nostra presenza online. Un suggerimento pratico? Verificare che il nostro personal brand segua la regola delle 3 C del personal branding: Chiarezza, Coerenza e Costanza (come dicono Luigi Centenaro e Tommaso Sorchiotti nel libro Personal branding, Hoepli). Chiedete a un vostro contatto di cercare il vostro nome online e di verificare che fra i risultati emerga in maniera semplice ed efficace chi siete, cosa sapete fare e perché lo fate (= Chiarezza). Nei diversi risultati, cliccando gli approfondimenti sui vari social, siti e interviste, avete ripetuto lo stesso concetto più volte in modo che arrivi forte e chiaro alla mente dei vostri clienti/interlocutori/lettori, oppure ci sono contenuti discordanti e superficiali? (= Coerenza). Avete usato tutte le opportunità in vostro possesso per diffondere i vostri contenuti e far passare il vostro messaggio? (= Costanza).
  4. Curate e gestite i vostri social network Il personal branding riguarda tutti, dalle figure apicali ai membri di un’organizzazione, e lavorare in autonomia ci espone ancora di più in questo senso: siamo i nostri più preziosi ambasciatori, come brand ambassador sono tutti i collaboratori di un’azienda oggi. Il nostro personal brand corrisponde in tutto e per tutto al nostro brand professionale. Profili social inadeguati, non corrispondenti al vero, compilati in modo superficiale, non ce li possiamo sempre permettere. Se è vero che i social network sono dei media potentissimi, è altrettanto vero che la potenza è garantita solo da un corretto utilizzo, dalla consapevolezza che un accurato controllo è necessario, e che è un dovere per noi stare al passo con questi canali e garantirci la migliore immagine. Parliamo di persuasione etica, quella stessa che ci garantirà di incontrare i nostri futuri partner in un clima già di empatia, con la porta dell’ufficio già aperta e un sorriso di accoglienza, perché là fuori c’è qualcuno che parla già di noi e ci garantisce un efficace processo che utilizza le dinamiche di social selling. Leggo molte generalizzazioni quando si parla dei media online: questo social non funziona, quello non va bene come una volta, questo strumento è diventato come quello e ha perso di senso, questa piattaforma è più semplice e quindi ora serve più di un’altra… In molti sembrano sempre pronti a puntare il dito verso la responsabilità di altri. Ma quando verifichi direttamente l’utilizzo che fanno delle piattaforme sociali online e misuri il loro comportamento, ti accorgi come spesso siano loro i primi a mostrare delle inefficienze e a non sapere usare gli strumenti, causando spesso la percezione, fra i propri contatti, di inadeguatezza del contesto. La maggior parte delle volte non è il mezzo che non funziona ma sei tu che non lo sai usare, e/o quelli che ti sei scelto come contatti che inquinano il sistema.
  5. Investite su formazione e sviluppo Se vogliamo ottenere dei buoni risultati, ad alto livello come elevata è la professionalità che raccontiamo di avere, dobbiamo fare in modo che la nostra immagine ci corrisponda, dobbiamo investire tempo e denaro in formazione e sviluppo, dobbiamo stabilire obiettivi e definire strategie, proprio come faremmo per il progetto del nostro più prezioso cliente. Pena? Restare fuori dai giochi. Opportunità? Moltissime, fra cui quella di apprendere delle tecniche che ci mantengano vivi e dimostrino la nostra curiosità verso l’evoluzione del mercato.
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