I risultati dell’indagine di Manageritalia Quadri di Valore mostrano l’impatto della crisi economica sulle imprese e sul lavoro dei quadrisos d’azienda in particolare.
Non c’è alcun dubbio che sul vissuto dei quadri conti e tanto l’andamento dell’azienda a fronte della prolungata crisi in atto. Le aziende degli intervistati negli ultimi anni hanno performato molto meglio (42,5%), peggio (30,7%) o uguale (25,5%) a prima. Solo per il 37,4% l’azienda è oggi più forte di prima, per il 20,1% stabile e per il 42,5% più debole.
Il 65,6% lavora in aziende recentemente ristrutturatesi con calo dei dipendenti in generale (76,2%) e dei dirigenti (49,4%) o dei quadri (48,4%) in particolare.
Per fronteggiare la crisi un terzo delle aziende (36%) non ha fatto nulla; un altro terzo (34,5%) ha cambiato il top management e l’8,4% ha in programma di farlo a breve.
Solo un quinto (21,6%) ha fatto formazione specifica per tutti i lavoratori.
Qual è stato l’effetto della crisi sul lavoro? L’indagine rivela che questa ha pesato e pesa non poco. Prevalgono senza ombra di dubbio aspetti negativi: meno risorse finanziarie (77,5%), maggiore stress (73,1%), meno formazione (67,2%), più lavoro (64,9%), minori collaboratori a disposizione ( 64,7%), maggiori tensioni con i colleghi (53,5%), meno retribuzione variabile percepita (53,5%), meno benefit (41,9%), maggiore mobilità/spostamenti (33,1%).
Forte anche la necessità, professionalmente parlando, di cambiare pelle: obiettivi più sfidanti (58,4%), necessità di sviluppare nuove competenze (54,7%), maggiore flessibilità (53,8%).
Seppure minoritari, ci sono anche aspetti molto positivi: assegnazione di attività più stimolanti (33%), maggiore rilevanza del ruolo in azienda (32,7%), maggiori opportunità di crescita professionale (32,2%). Se questo è il reality che stanno vivendo i quadri italiani, che potremmo facilmente e senza troppe modifiche estendere anche ai loro colleghi e superiori dirigenti.