L’importanza di hobby e attività laterali per lavoro e carriera

Come interessi e passioni possono avere un ruolo cruciale nella nostra vita professionale

Il concetto di tempo libero nasce con la rivoluzione industriale e con la distinzione tra tempo dedicato al lavoro e tempo sottratto al ritmo produttivo del lavoro. In Italia il modo di vivere il tempo libero è progressivamente mutato nel corso dell’ultimo secolo. Soprattutto dal secondo dopoguerra, ovvero da quando c’è stata una notevole evoluzione dei processi produttivi, del mercato e dei costumi. Spesso la pratica di uno o più hobby occupa quasi completamente il nostro tempo libero. La parola “hobby” è un prestito dall’inglese usato per definire un’attività non professionale alla quale ci si dedica con passione nelle ore libere dal lavoro. Queste attività possono essere le più disparate come praticare sport, leggere, andare al cinema, guardare la tv, fare del volontariato, viaggiare… Questi hobby sono soltanto passatempo o possono avere un ruolo molto importante nella nostra vita?

Le opportunità del tempo libero
Valutando in particolare il periodo a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, sorgono ulteriori domande. Come sta cambiando il tempo libero? Come viene occupato e qual è l’attuale rapporto tra questo e il lavoro? Queste sono solo alcune questioni che aprono nuove prospettive di studio riguardo l’organizzazione e la gestione del tempo da parte del lavoratore di qualsiasi livello. Per poter rispondere bisogna considerare il nuovo contesto nel quale il lavoratore si muove. Oggi il mondo del lavoro è caratterizzato da flessibilità, rapida evoluzione delle professioni e formazione continua delle diverse figure aziendali e professionali. Questo richiede nuove abilità nella gestione del tempo e determina un diverso rapporto tra lavoro e tempo libero.
Inoltre, negli ultimi decenni si sono affermate forme aperte di costruzione della carriera: si passa attraverso diversi progetti, ruoli e aziende seguendo un percorso professionale non lineare.
Grazie a questa apertura possono avere un ruolo determinante quegli interessi e passioni che abbiamo imparato a definire “hobby”, ma che in alcuni casi possono essere delle risorse molto importanti per la nostra carriera.
In questo senso il tempo libero non è il tempo votato al consumo – come spesso alcuni studiosi lo hanno considerato nei decenni scorsi – ma alla costruzione di professionalità e alla realizzazione di progetti. Non solo fruizione quindi, ma anche creazione di opportunità.

Il valore delle attività laterali
Gli hobby o le attività secondarie possono diventare delle vere attività laterali in equilibrio con il lavoro principale. Questi sono i due vantaggi più evidenti:

  1. le attività laterali ci permettono di acquisire competenze che possiamo usare in altri contesti lavorativi, magari anche nel nostro lavoro principale. Reinvestendo le diverse skill arricchiamo il nostro profilo professionale. Per farlo non bisogna applicarsi come se le varie attività fossero compartimenti stagni, ma creando connessioni;
  2. le attività laterali possono diventare dei percorsi professionali importanti. In questo modo non vanno necessariamente ad arricchire il lavoro principale, ma si affiancano a esso e nel tempo possono sostituirlo interamente. Perciò è necessario equilibrare le attività, le risorse e saper valutare priorità e obiettivi.

L’importanza delle attività laterali per la propria carriera
Oltre al pensiero laterale proposto da Edward de Bono oggi è necessario parlare anche di attività laterali. Le quali portano ricchezza in ambito professionale e sono possono rivelarsi fondamentali nella costruzione della carriera. Non si tratta solamente di indossare cappelli di vario colore e guardare le cose da un altro punto di vista come ci insegna de Bono, ma vestire diversi abiti e uniformi! Oltre alle competenze tecniche indispensabili ad avviare e far crescere un progetto laterale, sono necessarie una serie di soft skill. Ad esempio: la curiosità (di spaziare ed esplorare oltre il lavoro principale e valorizzare altri nostri talenti), la flessibilità (di muoversi attraverso più dimensioni professionali), l’adattabilità (ai nuovi contesti aperti dall’attività laterale: nuovi obiettivi e nuove difficoltà) e il time management (non inteso solamente come un processo di organizzazione della giornata lavorativa, ma come una più profonda gestione dei valori, degli equilibri e delle risorse).
Il fine di un’attività laterale non è quello di arrotondare, ma di costruire liberamente una nuova impresa. Ciò riguarda i lavoratori dipendenti che vogliono sviluppare qualcosa di personale, ma anche imprenditori in cerca di nuove opportunità. Questo è molto utile per chi vuole valorizzare la propria multipotenzialità e si realizza in un percorso professionale composito e molteplice.

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