Legge di stabilità 2016: cosa prevede

Dal fisco al lavoro, dalla previdenza alla famiglia: i punti più rilevanti del corposo provvedimento composto da un solo articolo e da ben 999 commi entrato in vigore il 1° gennaio

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2015, la legge 28 dicembre 2015 n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato”, la cosiddetta legge di stabilità 2016. La legge di stabilità, salvo quanto diversamente previsto, è entrata in vigore il 1° gennaio 2016. Il valore della manovra ammonta a complessivi 35,4 miliardi di euro.
Gli sgravi fiscali sulle nuove assunzioni e gli incentivi fiscali, rafforzati al Sud, si spera diano un impulso alle imprese per sostenere i programmi di investimento, ampliare le attività, assumere personale e puntare sull’innovazione. Durante i lavori parlamentari, Manageritalia ha presentato numerosi emendamenti al provvedimento che purtroppo non sono stati recepiti. Insieme a Cida, ad esempio, avevamo predisposto alcuni emendamenti per stimolare l’immissione di risorse finanziarie nel ciclo produttivo, provenienti dal risparmio privato di cui sono titolari delle figure ad alta qualificazione professionale, favorendo anche il recupero delle loro competenze a vantaggio delle imprese, in un circolo virtuoso che, al contempo, avrebbe realizzato sia una leva per lo sviluppo del sistema produttivo sia una forma di politica attiva del lavoro. Ci riferiamo all’opportunità di incentivare fiscalmente le somme di fine rapporto percepite dai dirigenti e da essi reinvestite in pmi operanti in settori innovativi. Comunque la legge di stabilità appare complessivamente, a nostro giudizio, carente sul piano delle misure qualitative di riqualificazione della spesa. Manca, cioè, l’adozione di misure puntuali di spending review. La legge di stabilità 2016 chiude un ciclo: così come l’abbiamo conosciuta fino ad ora non ci sarà più. Dal 2016, con la riforma del bilancio dello Stato, avremo un’unica legge di bilancio, con più tabelle e più coerente, con accertamenti in linea con le riscossioni, la cassa con la competenza, con decreti collegati che responsabilizzano i diversi ministeri sulle questioni di merito. Di seguito, i punti più rilevanti del corposo provvedimento composto da un solo articolo e da ben 999 commi, riguardo al fisco, al lavoro, alla previdenza e alle famiglie.

Novità in materia di fisco
Iva e accise

Non ci sarà l’aumento dell’iva e delle accise in quanto sono state disattivate per il 2016 le clausole di salvaguardia previste dalle precedenti disposizioni legislative.
Tasi e Imu
Dal 2016 è stata eliminata la tasi per i proprietari e per gli inquilini sugli immobili residenziali adibiti ad abitazione principale, ad eccezione di quelli di lusso. La casa assegnata al coniuge in caso di separazione o divorzio, per gli immobili sarà assimilata all’abitazione principale. Per gli immobili locati a canone concordato, l’imu e la tasi sono ridotti del 25%. Per gli immobili concessi in comodato a genitori o figli è prevista la riduzione del 50% della base imponibile imu (il beneficio vale anche per la seconda casa posseduta nello stesso comune adibita ad abitazione principale). Viene eliminata l’imu sui terreni agricoli e sui macchinari funzionali al processo produttivo.
Immobili e detrazioni fiscali
Per le giovani coppie, sposate o anche di fatto (di cui almeno uno dei componenti abbia meno di 35 anni), che abbiano acquistato la casa principale, è prevista una detrazione fi- scale del 50% per le spese sostenute per l’acquisto di mobili nel 2016 fino a 16.000 euro. È prevista la deducibilità a fini Irpef nella misura del 19% dei canoni di leasing immobiliare a uso abitativo fino a 8.000 euro, nonché del costo di acquisto dell’immobile all’esercizio dell’opzione finale fino a 20.000 euro.
Detrazioni fiscali
Sono state prorogate fino al 31 dicembre 2016 le detrazioni Irpef per interventi di riqualificazione energetica e per le ristrutturazioni degli edifici nella misura rispettivamente del 65% e del 50%. È stata prorogata fino al 2016 la detrazione del 50% (su una spesa massima di 10.000 euro) riservata a chi acquista mobili e grandi elettrodomestici dopo aver ristrutturato la propria casa con la detrazione del 50% sul recupero edilizio. Vengono semplificati e razionalizzati gli adempimenti per la presentazione delle dichiarazioni fiscali, compresi quelli relativi alla dichiarazione precompilata.
Canone Rai
L’importo del canone Rai scende da 113,50 a 100 euro. Per quel 27% di famiglie che finora non ha mai versato la tassa, diventerà più difficile non pagare: si introduce la presunzione di possesso dell’apparecchio televisivo in presenza di un contratto di fornitura dell’energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la residenza anagrafica. Il canone sarà addebitato in fattura, con possibilità di rateizzazione in 10 mensilità (solo per il 2016, per motivi tecnici, a partire da luglio).
Bonus ed ecobonus
Investire nella propria azienda diventa più conveniente. I maxi-ammortamenti consentono un bonus del 40% sui macchinari acquistati dal 15 ottobre 2015 fino al 31 dicembre 2016. Altre opportunità vengono dal bonus per il Sud, dove viene introdotto un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali dal 2016 al 2019.
È previsto un ecobonus per i camper con incentivi fino a un massimo di 8.000 euro a veicolo per la sostituzione del vecchio con uno nuovo di classe Euro 5.

Novità in materia di lavoro
Bonus per assunzioni a tempo indeterminato

L’agevolazione per le assunzioni a tempo indeterminato, nel corso del 2015, ha sicuramente contribuito a creare un’inversione di tendenza che la proroga deve alimentare. Dal 1° gennaio infatti le assunzioni a tempo indeterminato sono partite con i nuovi, seppur ridotti, bonus. Ai datori di lavoro del settore privato, per le nuove assunzioni stipulate entro il 31 dicembre 2016 è riconosciuto l’esonero parziale del 40% del versamento dei contributi previdenziali a loro carico, per un massimo di 24 mesi. L’agevolazione è concessa entro il limite di 3.250 euro annui. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, pertanto i lavoratori interessati non subiranno penalizzazioni connesse all’esonero contributivo. I premi Inail sono comunque dovuti. Sono esclusi dall’agevolazione i lavoratori agricoli, i lavoratori domestici, gli apprendisti, i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato presso qualsiasi datore nei sei mesi precedenti, i lavoratori per i quali il beneficio è stato già utilizzato in un precedente rapporto a tempo indeterminato, i lavoratori che nei tre mesi precedenti avevano un contratto a tempo indeterminato con lo stesso datore (comprese società controllate, collegate o facenti capo allo stesso soggetto). L’agevolazione non spetta, inoltre, a quei lavoratori per i quali il presente beneficio sia già stato usufruito o sia in fruizione in relazione a una precedente assunzione a tempo indeterminato effettuata nel 2015, in base alla legge di stabilità 2015. L’esonero contributivo in esame non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni di aliquote attualmente previste. Per il 2017, l’esonero contributivo è esteso solo alle assunzioni a tempo indeterminato effettuate dai datori di lavoro privati operanti in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. L’estensione è tuttavia condizionata alla ricognizione, da effettuarsi entro il 30 aprile 2016, delle risorse del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie già destinate agli interventi del piano di azione e coesione (pac) non ancora oggetto di impegni giuridicamente vincolanti. Tali risorse possono essere quindi oggetto di rimodulazione.
Detassazione premi di produttività
La legge di stabilità rende strutturale, per il solo settore privato, l’incentivo fiscale per la detassazione dei premi di produttività, introdotto per la prima volta nel 2008 e di anno in anno prorogato. Condizione necessaria è che il premio dovrà essere assegnato, come in passato, in virtù dei patti integrativi tra datore e sindacati, quindi erogati in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali. Le somme corrisposte ai lavoratori per incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, nonché le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa, sono assoggettati, fino a 2.000 euro, a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali pari al 10%. Il limite dei 2.000 euro può essere aumentato fino a un importo massimo di 2.500 euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Purtroppo, le disposizioni si applicano solo ai titolari di reddito da lavoro dipendente di importo non superiore, nell’anno precedente quello di percezione delle somme, a 50.000 euro (nel 2014 il limite era di 40.000 euro). Pertanto, quadri e dirigenti continuano a esserne esclusi. Viene inoltre stabilito che ai fini della determinazione dei premi di produttività è computato il periodo obbligatorio di congedo di maternità.
Welfare aziendale
È stata introdotta una specifica disciplina tributaria per la promozione del welfare aziendale. Si amplia il paniere di prestazioni di welfare aziendale (istruzione e salute) che, dal 2016, rimangono esentasse. Spetterà a un decreto ministeriale stabilire le modalità attuative di tali disposizioni.
Lavoro autonomo e professionale
La legge di stabilità contiene anche una serie di misure per agevolare il lavoro autonomo e professionale: da misure fiscali (elevate le soglie di ricavi per l’accesso al regime forfettario di imposta del 15%; per i professionisti si passa da 15.000 a 30.000 euro) a misure previdenziali, fino a equiparare i liberi professionisti alle pmi e affermare il diritto di accesso dei professionisti ai fondi strutturali europei per il periodo 2014/2020. Rimane invariata per i professionisti senza cassa l’aliquota contributiva del 27% da versare alla gestione separata dell’Inps. È previsto l’incremento del fondo per il finanziamento ordinario delle università, destinato fra gli altri all’assunzione di ricercatori a tempo determinato e a un piano straordinario per la chiamata di professori di prima fascia.

Novità in materia di previdenza
Esodati

Il settimo provvedimento di salvaguardia interessa ulteriori 26.300 lavoratori, tuttavia non si può non rilevare che non si tratta della soluzione definitiva del problema. In materia di adeguamento e rivalutazione degli importi pensionistici, si esclude l’applicazione di un’indicizzazione negativa delle prestazioni previdenziali e assistenziali: si dispone, infatti, che la percentuale di adeguamento dei relativi importi, corrispondente alla variazione nei prezzi al consumo accertata dall’Istat, non può essere inferiore a zero. Con riferimento alla percentuale di variazione per il calcolo della rivalutazione delle pensioni per il 2014 (determinata definitivamente con decorrenza dal 1° gennaio 2015), si prevede che le operazioni di conguaglio derivanti dagli scostamenti dei valori posti a base della perequazione automatica, limitatamente ai ratei corrisposti nel 2015, non vengano operate in sede di rivalutazione delle pensioni per il medesimo 2015, ma di quelle del 2016.
Opzione donna
Le lavoratrici dipendenti con almeno 57 anni di età e 35 anni di contributi e le lavoratrici autonome con almeno 58 anni di età e almeno 35 anni di contributi possono andare in pensione con la cosiddetta opzione donna, con il sistema di calcolo interamente contributivo, qualora maturino i predetti requisiti, compreso l’adeguamento alla speranza di vita (3 mesi), entro il 31/12/2015. Ai fini dell’erogazione del trattamento, le “finestre” che prevedono il differimento della decorrenza della pensione dopo 12 mesi dal raggiungimento del requisito, per le lavoratrici dipendenti, e dopo 18 mesi per le autonome, potranno trovare applicazione anche dopo il 31/12/2015. Il governo, entro il 30 settembre di ogni anno, trasmetterà alle camere una relazione basata sul monitoraggio effettuato dall’Inps. Se da tale monitoraggio dovessero risultare dei risparmi, con successivo provvedimento legislativo ne verrà disposto l’utilizzo per la prosecuzione dell’opzione donna o per altre finalità analoghe.
Lavoro da full-time a part-time
Con la legge di stabilità non viene risolta la complessa questione della flessibilità in uscita. Costituisce solo un primo passo la norma che prevede che i lavoratori dipendenti con contratto a tempo pieno e indeterminato, con almeno 20 anni di versamenti e che maturino il diritto alla pensione di vecchiaia entro il 31/12/2018 (in base alla riforma Fornero), potranno, attraverso un accordo individuale con l’azienda, trasformare il rapporto di lavoro in part-time con un orario ridotto tra il 40 e il 60%. Il datore di lavoro corrisponderà al lavoratore, nella busta paga, l’ammontare equivalente ai contributi che avrebbe versato sull’orario a tempo pieno e la contribuzione figurativa sarà posta a carico dello stato. Tale importo non concorre alla formazione del reddito e non è imponibile ai fini contributivi. La misura, sperimentale fino a esaurimento dei fondi, non prevede alcun vincolo assunzionale per l’azienda. Il periodo non potrà superare quello compreso tra la data di accesso al beneficio e quello di maturazione del beneficio anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia. A tale scopo sono stanziati 60 milioni di euro per il 2016, 120 milioni di euro per il 2017 e 60 milioni di euro per il 2018: risorse reperite mediante l’utilizzo del contributo dello 0,30% non devoluto ai Fondi interprofessionali per la formazione continua.
Modifiche alla no tax area
Dal 2017 scattano per i pensionati modifiche alla no tax area: per gli over 75 passa da 7.500 a 8.000 euro, per i contribuenti di età compresa tra 70 e 75 anni da 7.500 a 7.750 euro. Per i lavoratori autonomi, titolari di posizione fiscale ai fini iva, iscritti alla Gestione parasubordinati inps e che non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria né pensionati, l’aliquota contributiva è confermata al 27%.

Misure a favore della famiglia
Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale

Per garantire l’attuazione, nel 2016, di un piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, è stato istituito il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, indirizzato in via prioritaria ai nuclei familiari con figli minori o disabili e a incrementare il finanziamento dell’asdi, l’assegno di disoccupazione per i lavoratori che al termine della Naspi non hanno trovato un lavoro e si trovano in una condizione di bisogno.
Carta della famiglia
Debutta la carta della famiglia, destinata alle famiglie costituite da cittadini italiani o da stranieri regolarmente residenti nel territorio nazionale con almeno 3 figli minori a carico; sarà rilasciata dai comuni in base all’isee e consentirà riduzioni di tariffe e sconti per l’acquisto di beni e di servizi.
Nuovo fondo a sostegno della disabilità
La legge istituisce un apposito fondo per il sostegno di persone con disabilità grave prive di aiuti familiari e viene rifinanziato il fondo per le non autosufficienze.
Congedo obbligatorio
Per il 2016 vengono prorogati per il padre lavoratore dipendente il congedo obbligatorio (da fruire entro i 5 mesi dalla nascita del figlio) e quello facoltativo (da utilizzare in alternativa alla madre che si trovi in astensione obbligatoria, sempre entro i 5 mesi dalla nascita del figlio) ed è rifinanziato il bonus babysitter (esteso, in via sperimentale per il 2016, anche alle madri lavoratrici autonome o imprenditrici). La misura del congedo obbligatorio per il padre è ora di due giorni, fruibili anche non continuativamente. Le due misure, già previste in via sperimentale dalla legge Fornero del 2012 fino alla fine del 2015, volte a migliorare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, si intersecano con le misure strutturali in vigore per effetto del Jobs act.
Uso del contante
La soglia d’uso del contante sale a 3.000 euro; 1.000 euro invece per i money transfer e per i pagamenti da parte della pubblica amministrazione, in primis le pensioni. Allo stesso tempo c’è il tentativo di incentivare l’utilizzo dei pagamenti con moneta elettronica con l’obbligo, per commercianti e professionisti, di accettare pagamenti di piccoli importi con carte di credito o di debito, salvo i casi di impossibilità tecnica.
Altri provvedimenti
Viene istituito un fondo di solidarietà a tutela del coniuge in stato di bisogno, cui non sia stato corrisposto l’assegno di mantenimento. La lunga lista di bonus si arricchisce anche della cultural card da 500 euro per i diciottenni, da usare per iniziative culturali (acquisto di libri, ingresso in aree archeologiche, musei, mostre ecc.), e dell’una tantum di 1.000 euro per l’acquisto di strumenti musicali da parte degli studenti iscritti ai conservatori, coerente con il corso di studi. Un decreto da emanare entro fine gennaio stabilirà i criteri di attribuzione e le modalità di utilizzo. Bisognerà aspettare i provvedimenti attuativi per capire, in concreto, come si potrà chiedere un “ristoro” delle perdite subite sui valori delle obbligazioni subordinate. Nella legge di stabilità c’è una dote di 100 milioni resa disponibile in un Fondo di solidarietà finanziato dal fondo interbancario di tutela dei depositi.

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