Neet, disabilità fisica e psichica, licenziamento, incidenti di percorso… i motivi per trovarsi emarginati dal mondo del lavoro, magari all’improvviso, sono tanti. Ma le storie di inclusione di successo ci sono e dimostrano che è possibile andare oltre i pregiudizi e lo sconforto e tirare fuori il meglio dalle persone, cogliendo opportunità magari inaspettate e la forza delle relazioni delle comunità locali. Fondazione Cariplo ha presentato ieri a Milano una serie di queste storie di inclusione legate a progetti che ha messo in piedi negli ultimi anni nel territorio lombardo.
Il fil rouge? Cogliere le potenzialità di tutti per non sprecare talenti e mettere a frutto competenze, attitudini e risorse.
La presentazione del progetto NEETwork ha messo in luce un dato preoccupante: nell’operosa Lombardia, in cui città come Milano sembrano trainare lo sviluppo del paese, ci sono ben 260mila Neet, ovvero giovani che non lavorano, non studiano e non fanno formazione. Il progetto ha visto in prima linea il terzo settore a fianco di giovani inattivi e ha coinvolto attivamente alcuni di questi ragazzi attraverso cooperative ed enti professionali, riuscendo a insegnare e a offrire un lavoro a chi non sapeva come trascorrere le giornate e si sentiva in un vicolo cieco.
Talenti Inauditi, attraverso metodi come il design thinking, riprogetta un’identità professionale con percorsi di gruppo. Il progetto è stato applicato su chi ha perso all’improvviso un lavoro, magari dopo parecchi anni nella stessa azienda, e su chi svolgeva più attività senza avere un profilo professionale chiaro. Un vecchio interesse o un corso magari frequentato anni prima possono offrire spunti per reinventarsi un ruolo.
FareLegami comprende una serie di progetti di inclusione lavorativa che mettono a sistema il welfare di comunità, grazie al supporto di un network dedicato, fondamentale nel caso in cui, ad esempio, un incidente ha distrutto la tua vita, privata e professionale. Impresa sociale e azienda for profit possono infine favorire l’inclusione lavorativa dei disabili anche attraverso le opportunità e i fondi di un bando per il lavoro.
Dopo l’ascolto delle esperienze il pomeriggio ha visto l’avvio di una tavola rotonda con Davide Invernizzi (Fondazione Cariplo), Alessandro Rosina (Università Cattolica), Enrico Pedretti (Manageritalia), Monica Magri (The Adecco Group Italy), Matteo Scarabelli (Cariplo Factory) e Renato Galliano (Comune di Milano): punti di vista diversi che hanno sottolineato come la strada migliore in tutti questi casi sia fare sistema, mettendo in sinergia attori diversi. Dobbiamo dare strumenti per capire il mondo che cambia, dando la capacità di immaginare un futuro dove la maggior parte dei lavori che si svolgeranno non esistono ancora e dove l’idea del “posto” di lavoro sarà superata. Un concetto importante è poi che il talento sboccia se facciamo qualcosa che ci piace: ecco perché il lavoro deve essere prima di tutto una nostra passione.
Anche Manageritalia crede nell’inclusione, così come i manager che abbiamo intervistato di recente su questo tema ed è in prima linea in progetti portati avanti da gruppi di lavoro a livello territoriale, come quello di Manageritalia Lombardia, associazione che di recente ha organizzato un convegno su questi temi intitolato I talenti per l’inclusione lavorativa di successo. Per quanto riguarda il recupero di talenti che sono fuori dal mercato del lavoro Manageritalia ha ideato negli anni una serie di programmi e servizi di ricollocazione e outplacement. Per i manager associati che perdono l’incarico inoltre prevediamo una serie di servizi che per essere veramente efficaci devono essere però valutati prima dell’uscita definitiva dall’azienda e, comunque, servono anche per uscire al meglio. Per questo è utile contattarci sempre e in via preventiva per accedere ai servizi di per i dirigenti i quadri per gli executive professional.