A un anno dal diploma l’80% dei giovani che frequenta un Istituto tecnico superiore (Its) trova lavoro (dati Indire aggiornati a ottobre 2019). E nel 90% dei casi l’impiego è coerente con il percorso formativo scelto. L’ultimo anno ha visto crescere il settore 4.0 e l’apertura verso l’estero, dove sale la richiesta di diplomati nei corsi Its italiani. Un segmento della formazione terziaria che, nonostante le ottime performance, è ancora poco conosciuto da ragazzi e famiglie, tanto che il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha lanciato proprio a JOb&Orienta una campagna promozionale di prossima partenza.
Nati nel 2010, gli Its sono accademie di eccellenza volte a formare tecnici di alto livello, specializzati in settori strategici per lo sviluppo e la competitività del Paese. L’offerta si configura in percorsi formativi biennali o triennali, focalizzati in sei aree tecnologiche: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy (servizi alle imprese, sistema agroalimentare, sistema casa, sistema meccanica, sistema moda), tecnologie dell’informazione e della comunicazione, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, turismo. Ad oggi le fondazioni Its sono 104, con 598 percorsi attivi e 15.159 iscritti. I settori con le migliori performance occupazionali per i diplomati dell’anno 2017 (dati Indire) a un anno dal diploma sono mobilità sostenibile (83,4%) e tecnologie dell’informazione e della comunicazione (82,5%). Tra gli ambiti del made in Italy, sistema meccanica (91,9%) e sistema moda (86,3%).
«Gli Its sono una realtà che funziona: i dati sono molto incoraggianti e ci dicono che c’è un’altissima percentuale di studenti iscritti che poi, effettivamente, trova lavoro – ha dichiarato il sottosegretario del Miur, Giuseppe De Cristofaro -. Sono un punto di forza del nostro ordinamento, ma scontano il limite, ad oggi, di essere ancora troppo poco conosciuti e penso che la nuova campagna di comunicazione ci possa aiutare. È giusto che le studentesse e gli studenti e le famiglie possano sapere che gli Its sono uno strumento utile che può dare uno sbocco lavorativo a diverse migliaia di persone».
Dal canto suo, in vista della finanziaria, l’Associazione Fondazione Its Italia – che riunisce e rappresenta il sistema degli Istituti tecnici superiori – chiede a Governo e Regioni di investire in infrastrutture per la realizzazione dei “campus tecnologici”. «Molti Its – spiega il presidente Alessandro Mele – non hanno sede propria: avviano un corso presso una scuola, poi finito il corso l’Its non c’è più. Chiediamo, dunque, un investimento per garantire agli Its sedi e laboratori d’avanguardia, dando identità e riconoscibilità a questi centri di competenze».
L’associazione sta lavorando anche sul fronte dell’internazionalizzazione: «Con la filiera turismo, ad esempio» continua Mele «si è chiuso un accordo con una università olandese che, con una retta contenuta, permetterà a tutti i diplomati Its di vedersi riconosciuto il percorso svolto ai fini del conseguimento della laurea. Purtroppo sono ancora pochi i progetti di partnership con gli atenei italiani, mentre crescono velocemente i rapporti con le università europee che vengono a fare “shopping” dei nostri diplomati».
Its 4.0, al passo con la digital transformation
In questo panorama di assoluta eccellenza si inserisce e spicca il progetto del Miur “Its 4.0”, avviato in partnership con il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Un progetto che ha cambiato la forma degli Its e li ha resi competitivi come laboratori sperimentali e di innovazione. «Grazie alle metodologie didattiche del design thinking, applicate in sinergia con le imprese – spiega Stefano Micelli, docente di International Management del Dipartimento di Management veneziano e responsabile scientifico di “ITS 4.0”-, gli Its 4.0 realizzano prototipi che valorizzano tecnologie come la stampa 3D, la realtà virtuale, i big data, i droni, beacon. Ciò che sorprende è che le sperimentazioni non riguardano solo il settore hi-tech ma anche il made in Italy».
E le sperimentazioni spaziano dai materiali di nuovissima generazione, frutto di una filiera sostenibile, ai sistemi di efficientamento energetico, dall’applicazione nei servizi di tecnologie di riconoscimento facciale all’utilizzo della sensoristica più avanzata per le autonomie domestiche, dall’emulatore di orbita e assetto di piccoli satelliti, fino ai robot che gestiscono gli allevamenti di polli. Il progetto 4.0 quest’anno è cresciuto con grande successo e arriva a coinvolgere 77 fondazioni in tutta Italia, più di 1170 studenti, circa 130 aziende partner per 106 progetti di innovazione tecnologica.
Le esperienze
Numerosi sono i progetti di eccellenza raccontati in questi giorni a JOB&Orienta, che si conferma ancora una volta palcoscenico nazionale dove dar luce alle esperienze più significative. Nell’ambito degli Its 4.0, ad esempio, all’Its per le Nuove tecnologie per il made in Italy di Biella gli studenti hanno studiato, progettato e realizzato interni per auto creati con materiali completamente riciclati; il progetto s’intitola “Sustainfashionable car” e per il prototipo è stata utilizzata una citycar elettrica. A Trieste, invece, i ragazzi dell’Its Alessandro Volta (Nuove tecnologie della vita) hanno progettato “Safe@Home”, un prototipo di casa che, grazie a sensori e a una piattaforma cloud, offre report e alert ai familiari e al personale sanitario con l’obiettivo di garantire, in un immediato futuro, la continuità assistenziale e la presa in carico di persone con deterioramento cognitivo e la loro sicurezza al domicilio. A Bari, gli studenti dell’Its Cuccovillo hanno sviluppato “Deep Field”, un sistema informatico che acquisisce dati sull’umidità del terreno e gestisce in autonomia la quantità di acqua da fornire al suolo, favorendo il benessere della pianta e il risparmio idrico. E ancora gli studenti dell’Its Efficienza energetica di Pinerolo (Torino) hanno lavorato a una “Car battery sharing&smart grid”, ossia un modello integrato di reti intelligenti di distribuzione di energia per le colonnine di ricarica delle auto elettriche.