Fino a pochi anni il neo assunto veniva presentato sbrigativamente ai colleghi, gli si faceva fare un giro veloce in azienda, gli veniva consegnato un sintetico libretto di istruzioni sulla scrivania. E poi… buon lavoro!
Oggi tutto è cambiato e il processo di On-boarding (l’inserimento in azienda dei nuovi assunti) si è trasformato in un vero e proprio iter di formazione, con scadenze, verifiche e valutazioni, che inizia ancor prima del primo giorno di lavoro e può durare anche un anno intero.
Le cifre della recente ricerca (marzo 2017) di Top Employers Institute lo confermano e disegnano l’iter di formazione dei neo assunti, con tappe e scadenze ben delineate.
Prima del primo giorno di lavoro
Ancor prima dell’ingresso ufficiale in azienda, si forniscono al neo assunto tutte le informazioni relative all’azienda, alle regolamentazioni e ai possibili sviluppi di carriera. Inoltre, gli si dà accesso a un portale dedicato di On-boarding in modo da fargli conoscere in dettaglio l’identità e le caratteristiche dell’azienda e quale sarà la sua futura realtà professionale. Il 67% delle aziende consegna informazioni, manualistica, regolamentazione aziendale e schemi sui percorsi di carriera. Il 95% consegna un manuale esplicativo dettagliato sull’azienda. Il 23% permette l’accesso a un portale di On-boarding prima dell’assunzione
La prima settimana di lavoro
Si prevede un coinvolgimento attivo del Top Management, con le prime linee che presentano ufficialmente il neo assunto, occasioni di socializzazione, puntualizzazione del ruolo professionale e aspettative, assegnazione di tutor e anche un feedback da parte del nuovo arrivato. Il 76% delle aziende prevede che siano i Top manager a presentare il neo assunto ai colleghi. Il 71% organizza pranzi di benvenuto con tutto il team. Il 44% assegna un tutor al nuovo assunto. Il 57% chiede al neo assunto una valutazione sull’accoglienza e sulle prime impressioni della vita in azienda
I primi tre mesi di lavoro
Si entra più nel vivo della professione e il focus si sposta sulle prime valutazioni e monitoraggi. In un’ottica di crescita non solo professionale, ma anche umana, vengono favorite e incoraggiate attività di condivisione sui social media. L’89% delle aziende prevede incontri regolari di monitoraggio. Il 70% organizza meeeting con l’Executive management. Il 59% promuove attività di condivisione sui social media
Alla fine del primo anno di lavoro
È il momento di tirare le somme e delle prime valutazioni ufficiali. Si può procedere alla valutazione delle performance e pianificare in maniera concreta un percorso di carriera e di piani di sviluppo. Sono anche previste sessioni di verifica per analizzare l’esito del percorso formativo e puntualizzare gli obiettivi futuri. Il 68% delle aziende valuta il nuovo assunto tramite KPI (KPI, Key Peerformance Indicator, indicatore-chiave di prestazione). Nel 58% delle aziende sono previste valutazioni da parte del management. Nel 58% delle aziende sono previste sessioni di follow up a un anno dall’assunzione, preludio a successivi piani di sviluppo e percorsi di carriera.
«I dati della ricerca confermano che l’On-boarding si sta affermando tra le aziende più evolute come una priorità aziendale e strumento di attrazione e fidelizzazione di talenti. Un processo di On-boarding efficace e ben strutturato significa la possibilità di avere più rapidamente dipendenti pienamente produttivi e consapevoli della cultura aziendale e rappresenta un investimento proattivo, che si traduce in una crescita anche a livello aziendale», afferma Massimo Begelle, Deputy Country Manager Italy di Top Employers Institute
«In una situazione di mercato in cui i candidati hanno sempre più accesso alle informazioni relative all’azienda in cui andranno a lavorare, un percorso di On-boarding che valorizzi l’integrazione sociale e culturale dei nuovi assunti rappresenta un importante elemento di attrazione e fidelizzazione dei talenti e aumenta sensibilmente l’appealing aziendale», osserva David Plink, CEO di Top Employers Institute.