Il lavoro nel 2020: 10 top trend

Cosa sta succedendo fuori e dentro le organizzazioni? Quali tendenze esploderanno quest'anno? Dan Schawbel individua i segnali a cui guardare

All’inizio di ogni anno Dan Schawbel, esperto di lavoro, management, autore di best-seller sempre nelle classifiche del New York Times e speaker, offre ai suoi lettori una previsione delle tendenze che caratterizzeranno i mesi a venire nel mercato del lavoro. Nessuna sfera di cristallo: i trend fotografati da Schawbel sono il frutto di centinaia di colloqui con manager e lavoratori, indagini online su scala internazionale e ricerche condotte insieme a college, società di consulenza, organizzazioni non profit, realtà governative e associazioni di categoria.

Anche quest’anno Schawbel ha tracciato un quadro complessivo sfaccettato (qui l’analisi integrale) individuando 10 trend per il mercato del lavoro nel 2020, che riportiamo qui di seguito. Si tratta di spunti su cui riflettere e che permettono di avviare un dialogo all’interno della business community.

1) Grande fratello con i dati? Se serve sì. Le aziende stanno raccogliendo più dati su come i lavoratori trascorrono il loro tempo di lavoro per creare un ambiente di lavoro più produttivo e proteggere le risorse. In passato si temeva l’effetto “grande fratello” mentre ora uno studio di Gartner mostra quanto ci si senta a proprio agio a patto che questi dati vengano utilizzati per migliorare l’esperienza complessiva sul lavoro.

2) Attivismo: in piazza contro le aziende irresponsabili. I lavoratori si uniranno e protesteranno sempre più contro le loro aziende se queste non rispetteranno valori politici e sociali. Il 38% dei dipendenti riferisce di aver preso la parola per sostenere o criticare le azioni dei propri datori di lavoro su questioni controverse.

3) Tecnologia vocale: chiedimi e ti sarà detto (e dato): le tecnologie vocali sempre più diffuse e smart. Le persone stanno già utilizzando la tecnologia vocale (Siri e Alexia) per porre domande, ottenere contenuti quotidiani e ordinare prodotti. Altoparlanti intelligenti e assistenti virtuali sono una realtà diffusa. Da uno studio recente di Oracle è emerso come la metà delle persone abbia utilizzato l’AI vocale in casa, il 31% in macchina, il 25% alla scrivania e il 18% durante le riunioni. Le aziende la stanno testando sul posto di lavoro per automatizzare e semplificare le attività di routine.

4) Pensionato, come back! Nonostante il basso tasso di disoccupazione, negli Stati Uniti ci sono ancora oltre sette milioni di posti di lavoro vacanti. Il divario di competenze ha costretto i datori di lavoro ad ampliare la ricerca di talenti al fine di trovare candidati non tradizionali che normalmente non avrebbero neppure considerato e con background diversi. Due terzi delle aziende hanno assunto un pensionato e solo il 20% non lo ha ancora fatto.

5) Il nuovo ruolo dei manager. Durante uno studio realizzato con Oracle si è scoperto che il 64% dei lavoratori si sarebbe fidato di un robot più del proprio manager e metà si è rivolto a un robot anziché al proprio manager per un consiglio. Attualmente, i dirigenti trascorrono il 54% del loro tempo durante la giornata lavorativa in attività amministrative, solo il 10% in strategia e innovazione e appena il 7% nello sviluppo di talenti e nel coinvolgimento con le parti interessate. Con l’AI, i compiti amministrativi potrebbero essere completamente automatizzati, dando ai manager il tempo di lavorare su iniziative più importanti come lo sviluppo delle persone.

6) La formazione umanistica alla lunga… paga! L’intelligenza artificiale automatizzerà le competenze tecniche e guiderà la domanda di competenze trasversali come creatività, comunicazione ed empatia. Sebbene negli ultimi anni la priorità sia stata quella di reclutare profili con formazione STEM, si assisterà sempre più a un’inversione di tendenza. Gli stipendi iniziali più bassi degli “umanisti” nel tempo sono destinati a crescere di più rispetto a quelli dei loro colleghi tecnici e scientifici.

7) Strizzacervelli in ufficio. La salute mentale è una preoccupazione crescente, con la metà dei Millennials e il 75% dei rappresentanti della Generazione Z che hanno lasciato un lavoro a causa di problemi di natura psichica. L’epidemia di problemi mentali ha costretto le aziende ad assumere terapisti e a offrire servizi di assistenza psicologica.


8) Mobilità interna. Nel 2020 continuerà a esserci un mercato del lavoro altamente competitivo, motivo per cui un numero maggiore di aziende sta creando piani di mobilità interna per conservare e far crescere i loro talenti.

9) Che senso ha il mio lavoro? La ricerca di senso supera quella di benefit e della flessibilità. Uno studio di PwC ha rilevato che il 79% dei leader ritiene che lo scopo di quello che si fa sia fondamentale per il successo aziendale e Gallup ha messo in luce che il 41% dei dipendenti desidera sapere che cosa rappresenta un’azienda. Come risposta alla ricerca di “scopo”, PwC ha assunto un “Chief Purpose and Inclusion Officer” per supportare gli sforzi di responsabilità sociale delle imprese.

10) La sostenibilità… esplode! Non solo ambiente: i programmi per avere un impatto positivo sulla società vedranno una crescita esponenziale.

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