Il lavoro futuro per i manager

In occasione della Festa del Lavoro del Primo Maggio, vediamo attraverso i risultati di un’indagine di AstraRicerche per Manageritalia quali sono le evoluzioni in atto, guidate dai manager, nel mondo del lavoro. Il focus è su persone, tecnologie e modalità organizzative
primo maggio futuro del lavoro per i manager

Per celebrare il lavoro, in occasione del Primo Maggio, vediamo come i manager, nelle poche aziende strutturate e managerializzate presenti oggi in Italia, stanno cambiando il lavoro per dare più senso e qualità alla professionalità delle persone e competitività alle imprese.

Lo facciamo grazie a un’indagine svolta da AstraRicerche per Manageritalia a fine 2023 su un campione di oltre 1.000 manager associati alla nostra organizzazione e rappresentativi del settore terziario.

I cambiamenti introdotti negli ulti tre anni

In tema di innovazione del lavoro, negli ultimi tre anni le aziende intervistate hanno rivolto la loro attenzione soprattutto agli strumenti di lavoro (software, hardware a supporto dell’attività lavorativa: 77,7% molto + abbastanza e 35,7% molto) e al luogo di lavoro (74,4% molto + abbastanza e 34,3% molto).

Ma anche le altre voci proposte hanno riscontrato forte attivazione: strutturazione della sede (molto + abbastanza; 65.8%), organizzazione dei team (65.1%, mentre quella trasversale ai teams ottiene il 59.5%), orari e giornate di lavoro (65.1%), processi di lavoro (divisione dei tasks, contributo di lavoratori e del digital: 61.4%): un cambiamento ampio e multiforme (che ha suoi valori massimi nel Nord-Ovest e nel Centro e minimi nel Sud).

Non sorprende dunque che le principali funzioni/divisioni aziendali che si sono occupate dei cambiamenti degli ultimi tre anni siano il General management (71,0%), HR/Personale e organizzazione (56,3%) e IT (42,9%), con le altre dal 25% in giù (e solo l’1.7% ha una funzione dedicata).

Cosa c’è in cantiere per il futuro

Nei prossimi 3 anni chi ancora non lo ha fatto concentrerà l’attenzione sui processi di lavoro (come si svolgono i tasks/progetti, quale contributo danno le risorse umane, quale contributo dà la digitalizzazione o l’automazione, …): 55,3% molto + abbastanza e 11,4% molto. Al secondo posto, l’organizzazione trasversale dei teams e in fondo alla classifica il “dove” e il “quando” si lavora.

I benefici ottenuti

Le innovazioni del lavoro introdotte negli ultimi tre anni all’interno delle aziende hanno portato diversi benefici, in particolare:

  • benessere ai lavoratori (non manager): 66,5% (49.4% al manager che ha risposto all’indagine);
  • miglior benessere psico-fisico dei lavoratori: 58,9% (miglior clima 57.2%);
  • ma anche migliore sostenibilità ambientale (diretta o indiretta – dell’azienda e dei suoi lavoratori): 64,1%.

Notevoli i risultati per la ricerca, selezione e retention: il 52.2% afferma che ora l’azienda è più attrattiva, il 49.9% che è più in grado di mantenere all’interno i lavoratori (forse anche per il miglioramento in termini di gender gap: 53.8%).

Il cambiamento non è mai facile o scontato

Come tutte le novità, anche i processi di introduzione delle innovazioni del lavoro iniziati in questi anni hanno incontrato molti ostacoli: il 60,3% dei manager intervistati dichiara di avere incontrato ostacoli, il 36,2% da parte del management (top 25.2%, intermedio 15.7%) e il 34,7% da parte dei lavoratori (soprattutto prima dell’introduzione: 23.2%, meno dopo: 17.4%).

Ciononostante, lo stato d’animo dei manager che hanno vissuto questi cambiamenti è positivo: molto positivo per il 36,7% e positivo per il 49,8%. Il processo è stato vissuto come momento di crescita anche personale (58,6%), con speranza (51,9%), curiosità (38,3%), con serenità (29,0%) e con passione (26,2%). Solo l’8,4% l’ha vissuto in modo negativo e i motivi principali sono stati la fatica per il tempo e le risorse mentali dedicate (19,7%) e la delusione per le reazioni di alcune persone (13,6%).

Come devono cambiare i manager

Per affrontare i cambiamenti, sia quelli già in corso che quelli a venire, c’è però ancora molto da fare: sebbene il 79,4% dei manager intervistati ritenga di possedere già, personalmente, le competenze giuste per affrontarli, c’è un 65,2% che pensa di poterle ulteriormente sviluppare. Ma soprattutto è necessario che vengano sviluppate in azienda perché non ancora presenti:

  • da sviluppare/sviluppare ulteriormente nella tua azienda (82,1%);
  • presenti attualmente nella tua azienda (47,3%).

Dunque, per il futuro, per nuove innovazioni del lavoro in azienda serviranno persone dedicate specificamente a questi progetti di innovazione (35,7%), ma, soprattutto, saranno utili percorsi di formazione/riqualificazione di persone già in azienda per metterle nella condizione di poter ideare e gestire questi progetti di innovazione al meglio (71,6%).

Tante le competenze che dovrebbero essere sviluppate in azienda per rispondere alle esigenze di continua innovazione, prime fra tutte quelle digitali, informatiche, tecnologiche (61,6%).

VEDI L’INDAGINE QUI

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