Buone notizie sul fronte dello smart working. In settimana il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che prevede “il lavoro agile come una modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato”.
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha spiegato che stanno lavorando non a una nuova forma contrattuale ma solo a una diversa modalità di esecuzione del lavoro subordinato che garantisca la possibilità di conciliare realmente la vita privata con quella professionale.
La novità consiste nella possibilità di eseguire le prestazioni lavorative “in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno – ha puntualizzato il ministro – entro i soli limiti e la durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale” stabiliti dalla legge con la “possibilità di usare gli strumenti tecnologici per l’attività lavorativa e l’assenza di una postazione fissa durante i periodi di lavoro esterno”.
La legge interviene su tutta una serie di materie (diritti, privacy, infortuni e retribuzione), ma costituisce inoltre una norma-cornice che lascia spazio alla contrattazione collettiva e individuale.
Quello dello smart working è un tema su cui il Gruppo Donne Manager e Manageritalia hanno da tempo scommesso, accendendo anche il faro sulla necessità di considerare la conciliazione vita privata lavoro importante non solo per le mamme ma per tutti: uomini, donne, single…
Perché nessuno è il lavoro che fa e la produttività non è misurabile con il numero di ore che si passano in ufficio, ma solo attraverso i risultati raggiunti, ed è strettamente collegata al merito.
Siamo finalmente all’inizio di una vera e propria rivoluzione culturale?