I robot assumeranno gli umani?

Dal robot-recruiter Vera, creato dalla startup di San Pietroburgo Stafory, ai software anti-discriminazione

La startup di San Pietroburgo Stafory è sotto i riflettori di tutto il mondo per aver progettato un robot-recruiter. Il modello si chiama Vera e ha già attirato l’attenzione in Russia di società come PepsiCo, Raiffeisen Bank, L’Orèal e Ikea. L’obiettivo dei due trentenni fondatori – Vladimir Sveshnikov e Aleksandr Uraksin – è ora quello di conquistare il mercato internazionale. Il robot è in grado di combinare le tecnologie di riconoscimento vocale di Google, Amazon.com, Microsoft e Yandex (il più grande motore di ricerca russo) e i suoi sviluppatori l’hanno dotata di 13 miliardi di esempi di sintassi, parole ed elenchi di diverse professioni per espandere il vocabolario del software e fare in modo che parli in modo più naturale e capisca meglio le risposte.

“Appena arriva in azienda Vera, il processo di recruiting diventa illimitato – spiega il direttore per lo sviluppo della Stafory, Aleksei Kostarev – può chiudere rapidamente 10, 20, 100 vacancy”. Il software scandaglia il web a caccia dei giusti curricula, contatta i candidati su internet, fa loro l’offerta e conduce poi il colloquio online, con chi è interessato. È in grado di scremare in modo veloce e consistente i profili adatti, di eliminare doppie candidature e gestire contemporaneamente posizioni lavorative anche totalmente differenti tra loro, come quella del cassiere e dell’ingegnere.

Il robot Vera è sicuramente il modello più sorprendente di una serie di software in grado di fare lo screening dei curricula e dare indicazioni utili alle aziende, come sottolinea in questo articolo su Forbes Serenity Gibbons. Quale sarà il prossimo passo dell’Artificial Intelligence nel campo delle risorse umane? 

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