Il peso della cura della famiglia che grava sulle donne è in aumento, soprattutto nelle famiglie a rischio povertà. Particolarmente sotto pressione con l’avvio della “fase tre” sono le madri lavoratrici. Tra loro, quelle che non possono lavorare a distanza e hanno le retribuzioni più basse rischiano dover rinunciare al lavoro per dover seguire i figli mentre quelle che lavorano in smart working rischiano di essere sottoposte a uno carico eccessivo, tra l’attività lavorativa e la cura dei figli.
Partendo da queste considerazioni, basate sull’ultimo rapporto di Save the Children Italia, giovedì 9 luglio si è sviluppato il webinar “Lo smart working tra opportunità di progressione della cultura organizzativa e rischio disconnessione emotiva delle persone. Impatti sulla produttività” organizzato da Manageritalia Lazio Abruzzo Molise Sardegna e Umbria con Canale Europa Tv, che lo ha trasmesso in diretta con un buon riscontro di pubblico, viste le oltre 10mila visualizzazioni.
Protagoniste dell’incontro cinque manager che si occupano di risorse umane e che si sono trovate a gestire durante il lockdown un’emergenza che ha messo a dura prova persone, aziende e famiglie, aggravando il carico di lavoro femminile.
Antonella Inverno, Responsabile delle politiche per l’infanzia di Save The Children, ha evidenziato nell’indagine quanto il carico di cura nelle famiglie a rischio povertà sia sulle spalle delle donne: sono loro, praticamente da sole, a occuparsi dei figli (51,7%), pulire la casa e lavare i vestiti (l’80,2%), fare la spesa (50,3%), cucinare (70,5%). “Parliamo di tre milioni di persone, il 6% della popolazione italiandonne con un figlio minore di 15 anni, 302 mila delle quali in nuclei monogenitoriali”.
Livia Mascagna, Head of HR & Internal Communication di Save The Children, ha raccontato come “durante l’emergenza abbiamo continuato a prenderci cura delle persone garantendo flessibilità e sicurezza, investendo su formazione e salute e tenendo viva la comunicazione ed il senso di appartenenza – e auspicato l’adozione di – “un nuovo galateo dello smart working, un nuovo sistema di valutazione della performance, nuovi strumenti di feedback per il workplace in nome di una migliore interazione e collaborazione”.
Maria Antonietta Mura, Direttore del Personale Gruppo TUO, ha sottolineato come “il forte engagement ha permesso di lavorare a distanza in condizioni di sicurezza e restando vicino alla propria dimensione affettiva nel periodo di lockdown – e che adesso – il ritorno di molte persone in azienda comporta una nuova organizzazione degli spazi e del lavoro stesso”.
Per il prossimo futuro non si può pensare né allo smart working esclusivo né al ritorno alla situazione precedente, visti anche i nuovi assetti che si determineranno con la ripresa delle scuole. Le parole chiave del concetto di lavoro agile in fase di costruzione sono la fiducia, imprescindibile per riprogrammare nuove modalità organizzative, e la formazione costante, per potersi muovere nell’incertezza. “Sarà necessario saper accogliere il cambiamento, pianificare a breve termine e ragionare su scenari differenti, ma possibili” conclude Mura.
“Uno stress test”, secondo Daniela Paliotta, HR Head di Mercedes-Benz Italia, azienda che da tempo ha inserito la pratica dello smart working nella propria cultura organizzativa. “Il lavoro agile ha dimostrato di essere efficiente ma ha avuto il sospetto fondato che le persone stessero soffrendo di disconnessione emotiva perché nonostante le riunioni e gli incontri virtuali, lo scambio informale non può essere riprodotto da remoto” continua Paliotta, ritenendo che “occorre una leadership differente, da misurare non solo con il risultato ma con la capacità di creare connessioni organizzative”.
Anche Maria Tringali, Direttore Personale e Organizzazione Tinexta, ha evidenziato l’importanza delle relazioni. “Durante il lockdown l’azienda ha organizzato diversi meeting e incontri virtuali periodici, tenendo alta l’attenzione su welfare e formazione. Per il futuro occorre definire un giusto equilibrio tra presenza e virtualità, sviluppando una nuova cultura della fiducia e quindi una più solida relazione tra capo e collaboratore e un’educazione al lavoro che veda il singolo come protagonista del proprio successo e della propria soddisfazione”.
Roberto Saliola, Presidente di Manageritalia Lazio Abruzzo Molise Sardegna e Umbria, in conclusione del webinar, ha attivato un gruppo di lavoro presso l’Associazione “per ragionare sullo strumento dello smart working che è stato adottato da tutti all’improvviso, facendo in modo che da strumento di emergenza parzialmente adatto e adattato alla complessità del mondo del lavoro diventi uno strumento di alternativa reale al lavoro fisicamente presente in azienda”.
Un percorso non semplice né breve, secondo Saliola, che si articola sulle tre dimensioni differenti della struttura normativa, della cultura organizzativa aziendale e dell’approccio culturale dei dipendenti: “si tratta di una profonda innovazione a cui Manageritalia è impegnata a contribuire, per trovare soluzioni che facilitino l’adattamento dello strumento alle esigenze del mondo del lavoro senza penalizzare la carriera del lavoratore e la tutela dei suoi diritti e garantendo al contempo la produttività e le performance aziendali”.