Il settore digitale ha oggi uno stretto rapporto con il lavoro. È il motore produttivo, economico e lavorativo che caratterizza i nostri tempi. La rivoluzione digitale sta producendo nuovi posti di lavoro, ma non sempre quest’opportunità viene colta al volo.
È il fenomeno del digital mismatch, ovvero la mancanza di un numero sufficiente di lavoratori e professionisti preparati e con competenze digitali di varia specializzazione, rispetto alle tante richieste del mondo del lavoro. Quale momento migliore per investire su una crescita digitale?
Si stima che entro il 2020 ci saranno tra i 730 mila e 1,3 milioni di profili digitali vacanti in Europa. Lo spazio c’è, le opportunità pure. Bisogna capire quali sono le professioni e le competenze digitali che garantiscono maggiori opportunità di lavoro e puntare su quelle.
L’impatto del digitale sul mondo del lavoro prende anche la forma di iniziative sorte per moltiplicare le possibilità occupazionali. Tra queste, il fenomeno del crowdsourcing, piattaforme collaborative nate in Rete in cui mettersi in gioco e, possibilmente, vincere un’offerta di lavoro.
Le professioni digitali saranno lo sbocco naturale dei giovani nativi digitali?
In realtà, non basta essere nati nell’era digitale per trovare lavoro. Il digitale evolve, il digitale si trasforma. I giovani saranno in grado di adattarsi ai suoi continui cambiamenti?
Tratto da Nove mosse per il futuro, Guerini Next