Regole di diversity?

Nicoletta Spolini, giornalista e blogger amica del Gruppo Donne Manager, riporta sul suo lavorincorsa una “ricerca di Cofimp, la società di alta formazione e consulenza di Unindustria Bologna che ha monitorato che cosa è successo negli ultimi 10 anni (dal 2001 al 2009 per la precisione) all’intelligenza emozionale nelle imprese“.

Nel suo post si parla di un “sostanziale allineamento tra uomini e donnestiano diventando sempre più fredde e calcolatrici.
Questo tema è ricorrente e stimola alcune riflessioni: per riuscire ad arrivare (e a restare) nelle posizioni di potere, dobbiamo davvero rinunciare alla nostra natura, alla connotazione tipica del genere femminile, per simulare una immagine diversa di noi fino ad assimilarci a qualcosa/qualcuno che in origine non eravamo?

Sono le regole del gioco del mondo del lavoro di oggi ad imporci questa tendenza?
In che misura le donne partecipano a dettarle quelle regole?

Donne manager e affermate, che hanno vissuto i loro anni sull’onda della passione del proprio fare, ma seguendo le regole di un gioco maschile: ci riconosceremo ed apprezzeremo comunque alla fine del nostro percorso?
Questa regola non detta ma percepita, alla fine dei giochi, ci permetterà di dire che quello che volevamo l’abbiamo davvero raggiunto oppure in fondo ci sentiremo snaturate in un nuovo personaggio che in sede di “valutazione delle migliori competenze attribuibili alle donne”, avendone perso la naturalezza, ci farà sentire non più in grado di agirle? Questo in qualche misura ci farà ammettere di aver perso qualche partita?

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