Manager & Workers Buyout: la parola a Mattia Granata

Mattia Granata, presidente Centro Studi nazionale Legacoop e relatore di Manager & Workers Buyout, illustra il panorama del mondo cooperativo.

Mattia Granata, presidente Centro Studi nazionale Legacoop e relatore di Manager & Workers Buyout, illustra il panorama del mondo cooperativo.

Quali sono le caratteristiche del mondo cooperativo e le differenze con il settore privato?

Le cooperative sono imprese private ma differenti da quelle capitalistiche. Questa forma di impresa si distingue per una proprietà diffusa dei soci a vantaggio dei quali opera in virtù di uno specifico scambio mutualistico. Scopo originario delle cooperative, infatti, era favorire attraverso un’attività imprenditoriale collettiva il perseguimento di un determinato bene (casa, lavoro, servizi, consumi, cultura, e così via) altrimenti irraggiungibile individualmente.

Ovviamente, lungo una storia di quasi 140 anni, le cooperative si sono organizzate in diverse associazioni di rappresentanza e si sono affermate anche nell’economia italiana, crescendo di dimensioni e conquistando importanti spazi di mercato.

In ogni caso, insieme ai risultati economici, il movimento cooperativo ha riprodotto e promuove valori e principi che, attraverso la promozione della persona, continuano ad affermare un differente modo di fare economia a vantaggio delle persone e del benessere delle comunità.

Oggi in Italia quali sono le dimensioni del mondo cooperativo? Quali i settori dove è più presente?

Le imprese cooperative in Italia sono oggi circa 80mila, distribuite a livello nazionale e in tutti i settori produttivi, dalle costruzioni ai servizi alla persona, dall’agricoltura e pesca, alla logistica e trasporti.

Una quota maggioritaria di tale sistema di imprese è organizzata nell’Alleanza delle Cooperative Italiane, creata nel 2011 per unire associazioni di rappresentanza con radici comuni ma storie differenti. L’Alleanza rappresenta oltre 11 milioni di soci, 1 milione occupati, e 150 miliardi di Euro di fatturato (oltre l’85% del totale del movimento).

Nel suo complesso la cooperazione organizzata incide per quasi l’8% sul PIL</b>; in ambito agroalimentare la cooperazione rappresenta, ad esempio, il 58% della produzione lorda della filiera vinicola, il 40% di quella ortofrutticola, e quasi la metà del valore della produzione lattiero‐casearia nazionale. Inoltre, un terzo della Grande distribuzione organizzata in Italia è in forma cooperativa al servizio dei consumatori e dei dettaglianti.

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