Agile Management: l’asso nella manica delle organizzazioni

Un approccio per rendere più competitive le aziende. Ne parliamo con Pia-Maria Thorén, autrice del volume Agile People: un approccio radicale per HR & manager (che crea dipendenti motivati), Guerini, edizioni italiana a cura di Peoplerise

Come può essere definito in poche parole l’approccio Agile Management e perché dovrebbe essere adottato dalle organizzazioni?
Il metodo agile è la capacità di aiutare le persone a rimanere sempre in una “modalità di cambiamento” e di sostenerle in questa direzione, eliminando ogni ostacolo alla felicità e alla buona performance del lavoratore. Invece di dirigere le persone, proviamo a gestire il sistema all’interno del quale lavorano: questo significa lavorare per costruire un contesto lavorativo dove vi siano tutti i presupposti affinché ogni dipendente sia messo nelle condizioni di lavorare bene e di sentirsi bene. In questo modo si stimola il potere della creatività e dell’innovazione, che sono essenziali per riuscire a essere competitivi in un mondo complesso come quello in cui viviamo.

Essere competitivi significa sperimentare, senza prendere spunto da altre organizzazioni o replicare una supposta “Best practice”, perché questo non basterà nel futuro del lavoro. È necessario mettere in atto strategie uniche, originali, e per farlo dobbiamo essere capaci di aiutare le persone a esprimere al meglio il proprio potenziale. Noi lo facciamo non con l’imposizione di regole, né con un sistema di valutazione del lavoro altrui, ma dando alle persone fiducia, sostegno, attenzione e assistenza, e offrendo loro tutti gli strumenti affinché possano sempre lavorare al massimo delle loro potenzialità.

Il beneficio del metodo agile sta nella capacità di rimanere competitivi e di sopravvivere in una realtà in costante mutamento. Ci sono tanti nuovi competitor, anche piccole realtà, che stanno già adattando i principi agile per migliorarsi, diventare più smart, aumentare il profitto.


Qual è il ruolo dei manager nell’implementazione e nella promozione dentro e fuori le aziende di una strategia Agile, anche nell’ottica di un’employer branding?
Il compito del manager è assicurarsi che ci sia allineamento, che tutti guardino nella stessa direzione strategica e diano il loro contributo per un miglioramento continuo. Se all’interno di un’organizzazione le persone sono libere di esprimersi sempre al meglio, riusciranno ad attrarre nuove persone, e questo porta a soluzioni vantaggiose per tutti, dipendenti e aziende.


Alla base sembra esserci la motivazione delle persone: ma quali sono le leve più efficaci su cui oggi un manager dovrebbe puntare per aumentare l’engagement dei suoi collaboratori?
Non esiste un metodo per motivare le persone, non ci sono strumenti o modelli da applicare. È solo in loro stesse che le persone possono trovare gli stimoli e il giusto engagement. Capire cosa riesce a stimolare le persone è l’unico modo in cui i manager possono aiutare le persone a trovare dentro sé stesse gli stimoli. Serve il dialogo, imparare a conoscere davvero le persone, e soltanto dopo creare le condizioni affinché queste motivazioni vengano messe al servizio dell’organizzazione. Esistono dei metodi di auto-valutazione che possono aiutare a migliorare l’autoconsapevolezza delle persone, oltre che a comprendere meglio quali sono i desideri e i bisogni degli altri, a livello psicologico. Io sto usando il Reiss Motivation Profile, ma esistono anche altri modelli.


Quali sono gli strumenti che un manager dovrebbe fornire ai singoli collaboratori e all’intero team in modo che il loro lavoro diventi agile?
Esistono diversi strumenti, i più famosi sono forse Scrum, Kanban e OKRs (per migliorare la performance, la formazione, la collaborazione e la trasparenza). Ma, in realtà, gli strumenti non sono così importanti. Lo sono i principi e i valori del metodo agile, e su questi i manager devono lavorare: visualizzazione dei progressi, team cross-funzionali, trasparenza, fiducia, aggiornamento e miglioramento continui, obiettivi comuni, responsabilità condivise, empowerment, rinforzo positivo, conoscere le persone in profondità e molti altri.


Anche nella fase di recruitment si può essere Agile? In che modo attirare e inserire nuovi talenti nelle organizzazioni?
Nel recruitment, il metodo agile è più interessato alla capacità di adattamento alla cultura aziendale che alle competenze – si assume per la giusta attitudine, poi con la formazione si insegnano le competenze. È importante capire se un potenziale candidato può essere felice e produttivo all’interno del nostro ambiente lavorativo, se può dare il suo contributo al raggiungimento degli obiettivi, lavorando in una direzione comune. È anche possibile che un dipendente trovi la sua giusta collocazione all’interno di un’azienda dopo aver lavorato in diverse posizioni, invece di essere assunto fin dall’inizio per un ruolo specifico. Per trovare la persona giusta per la nostra azienda, coinvolgiamo persone di diversi ambiti durante il processo di selezione (marketing, HR, il team di recruitment e il recruiting manager, ad esempio) e utilizziamo tecniche molto pratiche.


Quali sono le sfide legate allo sviluppo di una people strategy all’insegna dell’Agile management in una Pmi?
Credo che per le Pmi sia anche un po’ più facile, dato che il funzionamento della macchina aziendale non ha raggiunto livelli di ingestibile complessità, tra la burocrazia e le gerarchie. In ogni caso, dipende sempre dalla mentalità, e dalla capacità delle singole persone di adottare comportamenti agile.


L’approccio Agile è diventato un vero e proprio movimento internazionale: come spiega questo entusiasmo?
Non c’è nessun segreto, solo molto buon senso e la consapevolezza che le persone e l’interazione umana vengono prima di strumenti e processi. È soprattutto un metodo, un insieme di principi e di valori, una mentalità che le aziende dovrebbero seguire, se hanno a cuore una crescita sostenibile e a lungo termine, che si basa su dipendenti motivati e consumatori soddisfatti. Ha tutto a che fare con il valore che si dà a dipendenti e consumatori, con la sicurezza psicologica, la formazione, il miglioramento, e con una sperimentazione continua alla ricerca delle soluzioni migliori, per soddisfare le esigenze dei consumatori e per garantire la sostenibilità all’interno di una realtà in costante cambiamento.



Dalla Svezia all’Italia: pensa che il suo modello sia applicabile anche da noi, oppure occorre lavorare di più sulla cultura organizzativa del nostro tessuto imprenditoriale, anche grazie al management?
I metodi Agile, così come i suoi principi, strumenti e valori, possono essere applicati in qualunque Paese. Dipende soltanto da come decidiamo di gestire il nostro business, dal modo in cui intendiamo creare le migliori opportunità per tutte le persone che gravitano intorno all’eco-sistema organizzativo. Ha tutto a che fare con la capacità di far crescere le persone, di metterle nelle condizioni di raggiungere le loro più alte potenzialità, di mettere in moto creatività e innovazione, fornendo tutti i prerequisiti necessari. In cambio, ci possiamo aspettare sostenibilità e un alto rendimento sul lungo termine, perché il metodo agile rende l’azienda capace di adattarsi a un ambiente che cambia, e di sopravvivere in un mondo sempre più complesso, nonostante l’alta competitività. Il ruolo del Management sarà quello di mettersi a disposizione dei suoi dipendenti, di allenare e aiutare le persone a crescere e a sviluppare le sue capacità, e questo è possibile solo comprendendo quali sono i suoi bisogni, e assicurandosi che possano esprimersi al meglio all’interno dei confini aziendali.

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