La Legge n. 49/2023 “Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali” è volta a tutelare il diritto dei professionisti alla corresponsione di un equo compenso per l’attività svolta.
Per equo compenso, in particolare, si intende un corrispettivo proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale e conforme ai criteri previsti dai decreti ministeriali di rispettiva competenza:
- per gli avvocati, dal decreto del Ministro della Giustizia;
- per i professionisti iscritti agli Ordini e Collegi, dai decreti ministeriali adottati ex art. 9 del D.L. 1/2012, convertito con modificazioni dalla L. 27/2012;
- per i professionisti non ordinistici, dal decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy (da adottarsi, secondo la disposizione, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge e in seguito con cadenza biennale, sentite le Associazioni iscritte nell’elenco di cui al comma 7, art. 2, L. 4/2013).
Con riferimento alle professioni non organizzata in ordini o collegi, si è prossimi al completamento del relativo decreto attuativo, secondo quanto dichiarato dal sottosegretario al MIMIT Massimo Bitonci, all’esito del tavolo tecnico tenutosi il 24 giugno del corrente anno.
La Legge n. 49/2023 sancisce la nullità delle clausole che prevedono un compenso non equo e, in caso di accertamento giudiziale della mancata equità del compenso pattuito, dispone che il giudice ridetermini il compenso spettante al professionista, condannando il cliente al pagamento della differenza dovuta. È prevista anche la possibilità di ottenere un indennizzo, fatto salvo il risarcimento dell’eventuale maggiore danno.
Per quanto concerne l’ambito di applicazione, le disposizioni devono essere osservate nello svolgimento delle attività professionali in favore di grandi committenti come Pubblica Amministrazione, imprese bancarie e assicurative.
Occorre, infine, rilevare che il Consiglio dei Ministri ha approvato il 4 settembre 2025 tre disegni di legge di delega al Governo per la riforma degli ordinamenti professionali, ove sono previsti interventi anche in materia di equo compenso.