Aumentare dall’11,5% al 20% la tassazione sulla previdenza complementare è stata una “scelta non azzeccata di questo governo, che siamo più che pronti a rivedere”. Lo ha affermato il viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti, ieri sera in tv a Ballarò (da 1h09’50’’). La marcia indietro rappresenta una notizia positiva che, per concretizzarsi, dovrà essere confermata da un provvedimento ad hoc.
Il provvedimento potrebbe arrivare con la prossima legge di bilancio, nell’ambito di un pacchetto di riforme sulla previdenza che, per quanto riguarda gli incentivi al secondo pilastro, dovrebbero rendere obbligatorio il versamento di una quota minima di Tfr ai fondi complementari e aumentare la deducibilità fiscale dei versamenti.
Sul fronte della flessibilità, invece, le riforme in cantiere dovrebbero istituire il prestito pensionistico e consentire l’uscita anticipata a fronte di penalizzazioni.
Il nodo da risolvere, come sempre, è quello dei costi: anche se sul medio periodo le riforme genererebbero dei risparmi bisogna trovare le risorse per farle partire.
Su questo fronte arrivano le rassicurazioni di Zanetti, sempre a Ballarò, e quelle del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che smentiscono l’ipotesi di tagli alle pensioni di reversibilità circolate di recente.