Roma, lunedì 9 novembre 2020. Ape volontario e aziendale riproposti con modifiche, contribuzione volontaria all’INPS, anche a carico del datore di lavoro o dei fondi pensione integrativi contrattuali, con introduzione di un ulteriore prestazione previdenziale nella disciplina dei Fondi di Previdenza complementare. Con questi tre punti chiave, Confcommercio, Confetra e Manageritalia si rivolgono al Governo per un’azione decisa sul fronte della tutela pensionistica di lavoratori dipendenti over 60 a rischio estromissione dal mercato del lavoro, anche in vista di un progetto di revisione del sistema pensionistico pubblico che superi “Quota 100”.
Un pericolo reale in una fase storica segnata dall’emergenza sanitaria, che si intreccia con la necessità da parte di alcune aziende di avviare processi di ristrutturazione e riorganizzazione interna che possono lasciare senza vie di fuga quegli over 60 che non avendo maturato i requisiti per il trattamento pensionistico, possono contare solo su TFR e indennità di disoccupazione. Un modo per andare incontro a chi ha avuto percorsi di lavoro discontinui e difficoltà di ricollocazione e dare risposta anche ai tanti che lavorano nelle Pmi che non rientrano nel contratto di espansione riservati alle aziende sopra i 500 dipendenti.
Le tre proposte contenute nell’avviso comune di Confcommercio, Confetra e Manageritalia mirano quindi a facilitare il passaggio dall’attività lavorativa al pensionamento dei lavoratori over 60, senza gravare sulle finanze pubbliche come segue:
Proposta 1: Riproporre l’Ape volontario e aziendale, con un anticipo di tre anni rispetto all’età anagrafica prevista per il pensionamento di vecchiaia ed almeno 20 anni di anzianità contributiva. Essendo un prestito bancario ottenuto tramite l’Inps, l’Ape non è considerato reddito imponibile ed è cumulabile con la percezione della Naspi e dell’Ape sociale.
Proposta 2: Favorire il versamento della contribuzione volontaria, anche a carico del datore di lavoro o dei Fondi pensione di iscrizione, al fine di non penalizzare la misura del trattamento pensionistico, in caso di perdita di lavoro nel triennio precedente il pensionamento di vecchiaia. È un ulteriore strumento di accompagnamento, compatibile con la Naspi. Tra i vantaggi per l’impresa, quello di poter dedurre interamente l’onere sostenuto.
Proposta 3: Introdurre una ulteriore prestazione previdenziale, parziale ed anticipata, nella disciplina dei Fondi di Previdenza complementare che potrebbe essere utilizzata dagli iscritti per coprire vuoti contributivi nella gestione lavoratori dipendenti INPS in esenzione completa d’imposta. In questo modo si potrebbero coprire anche i periodi temporalmente collocati prima del 31 dicembre 1995, data in cui è stato introdotto il sistema di calcolo della prestazione pensionistica con il sistema contributivo.
“Le nostre proposte – afferma Guido Carella, presidente Manageritalia – nascono da un’evidenza reale, ovvero un sistema di tutela sociale che non è coerente con le esigenze dell’intera platea dei lavoratori dipendenti e delle qualifiche dirigenziali. La fruizione di queste possibilità che porremo all’attenzione di Governo e parti sociali è alternativa al sistema già esistente e rappresenta la combinazione di strumenti utili a garantire ai lavoratori un trattamento equo e un pensionamento sereno fruendo di soldi accumulati a fini previdenziali nel tempo senza pesare sulle finanze pubbliche. Tutte queste sono opportunità che non valgono solo per manager e alte professionalità, ma più in generale per tutti i lavoratori dipendenti ai quali la contrattazione collettiva ha garantito un sistema di previdenza integrativa”.
“Si tratta – dice Donatella Prampolini, Vice presidente Confcommercio con delega al lavoro e alla bilateralità – di proposte orientate a ripristinare un criterio di maggiore flessibilità all’interno del sistema previdenziale, mantenendo però ferma la sua sostenibilità finanziaria che – è bene ricordarlo – è alla base del patto generazionale su cui si fonda la previdenza pubblica. Crediamo che questa possa essere l’occasione per apportare le necessarie modifiche all’impianto generale, garantendo poi per gli anni futuri stabilità e certezza delle norme, elementi troppo spesso trascurato e senza i quali é impossibile per imprese e lavoratori programmare il futuro”.
“È fondamentale – dice Guido Nicolini, presidente Confetra – accompagnare i processi riorganizzativi a cui molte aziende per effetto del COVID saranno costrette con misure che, a costo zero per lo Stato, garantiscano una prospettiva pensionistica alle categorie, quali in particolare quelle dirigenziali, più esposte al rischio di estromissione dal mercato del lavoro e contemporaneamente più difficilmente ricollocabili per ragioni di età”.