Istat: condizioni di vita pensionati 2017-2018

Una fotografia completa: numeri, spesa, trattamenti erogati

Come ogni anno, l’Istat ha presentato il report sulle condizioni di vita dei pensionati relativo agli anni 2017-2018. Nel 2018, i pensionati sono circa 16 milioni, per un numero complessivo di trattamenti pensionistici erogati pari a poco meno di 23 milioni. La spesa totale pensionistica (inclusa la componente assistenziale) nello stesso anno raggiunge i 293 miliardi di euro (+2,2% su variazione annuale).

Il peso relativo della spesa pensionistica sul Pil si attesta al 16,6%, valore appena più alto rispetto al 2017 (16,5%). Migliora il rapporto tra numero di pensionati Ivs e occupati, che misura il carico dei pensionati supportato da quanti partecipano attivamente al mercato del lavoro. Nel 2018 ci sono 606 pensionati ogni 1.000 persone occupate, erano 683 nel 2000.

La distribuzione territoriale delle pensioni, dei relativi beneficiari e della composizione tra categorie di prestazioni risente sia delle differenze nei livelli e nella dinamica dell’occupazione sia della diversa struttura per età della popolazione tra regioni, mediamente più anziana nel nord del Paese. Più del 50% della spesa complessiva è erogata ai residenti al Nord, soprattutto come beneficiari di pensioni Ivs, il resto nel Mezzogiorno (27,8%) e al Centro (21,1%).

L’importo medio lordo dei singoli trattamenti nel 2018 non supera i 500 euro mensili per le pensioni assistenziali e ammonta a quasi 1.469 euro per quelle di vecchiaia (17.634 euro annui). Al quinto, con redditi pensionistici più alti, va il 42,4% della spesa complessiva. Un pensionato su quattro (24,7%) si colloca nella fascia di reddito superiore ai 2.000 euro. Il 36,3% dei pensionati riceve ogni mese meno di 1.000 euro lordi.

Il divario di genere è a svantaggio delle donne, più rappresentate nelle fasce di reddito fino a 1.500 euro. La concentrazione di percettori uomini, invece, è massima nella classe di reddito più alta (3.000 euro e più), dove ci sono 266 pensionati ogni 100 pensionate. Le donne sono la maggioranza sia come percettrici di pensioni (55,5%) sia come pensionate (52,2%), ma ricevono il 44,1% della spesa complessiva.

L’importo medio delle pensioni di vecchiaia è più basso rispetto a quello degli uomini del 36,7%, quello delle pensioni di invalidità è del 33,8%. Per le pensioni di reversibilità, invece, le donne percepiscono 1,5 volte l’importo degli uomini. Lo svantaggio delle donne si spiega con il differenziale salariale dovuto a carriere contributive più brevi e a una minore partecipazione al mercato del lavoro. Le donne sono titolari del 44,3% delle pensioni di vecchiaia, del 45,8% delle invalidità previdenziali e del 26,5% delle rendite per infortunio sul lavoro.

La presenza femminile è invece dominante tra le pensioni ai superstiti (86,3%), anche per una più elevata speranza di vita, e tra le pensioni assistenziali. In 7,4 milioni di famiglie la pensione rappresenta la prima fonte di reddito. Complessivamente, più di due terzi dei pensionati (67,2%) beneficiano di una sola prestazione, un quarto ne percepisce due, il restante 8% tre o più. Secondo la rilevazione sulle forze di lavoro, i pensionati che percepiscono anche un reddito da lavoro, pari a 406mila, diminuiscono anche nel 2018.

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