La sanità pubblica italiana è tra le migliori del mondo ma l’aumento delle spese dovuto ai costi di cure e tecnologie mediche sempre più sofisticate, insieme alla necessità di rispondere ai bisogni complessi di una popolazione via via più anziana, impongono un’evoluzione culturale. Un’evoluzione che passa, tra l’altro, da una maggiore integrazione tra pubblico e privato e dal conseguente rafforzamento dei fondi sanitari integrativi come il Fasdac, che nel 2019 ha festeggiato i 70 anni di attività.
Al tema della sanità e al funzionamento del Fasdac è stato dedicato l’incontro con i soci in pensione organizzato oggi a Roma da Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Umbria e Sardegna il cui presidente Roberto Saliola, in apertura, ha introdotto l’argomento con una panoramica sull’offerta di servizi sanitari erogati sul territorio dell’associazione e ricordato l’importanza della prossimità con gli associati, sottolineando l’attenzione con cui l’organizzazione, gli uffici e il personale perseguono ogni giorno la propria missione di servizio.
A seguire il direttore marketing di Manageritalia Enrico Pedretti ha presentato dati e tendenze da cui emergono luci e ombre della sanità italiana: raggiunge standard di eccellenza a livello internazionale con un livello medio di spesa pubblica inferiore agli altri paesi Ue ma con una spesa privata superiore. Le variabili che influenzano la qualità dell’assistenza sanitaria non sono solo mediche ma dipendono anche dal livello di istruzione, dal reddito e dall’ambiente di vita. Una delle questioni chiave del futuro riguarda l’autosufficienza degli anziani, su cui lavorare integrando cure cliniche e cure sociali e intervento pubblico e privato.
Il presidente del Fasdac Fabrizio Pulcinelli si è soffermato sulle caratteristiche peculiari del Fondo, evidenziando le differenze con le assicurazioni, l’obbligatorietà, l’universalità e il valore della solidarietà nell’erogare le prestazioni. Una formula costruita in nome della bilateralità che si è consolidata con il passare degli anni, avendo da poco superato 37mila iscritti e fornendo assistenza complessivamente a 100mila persone.
I rimborsi erogati coprono circa il 67% della spesa medica complessiva degli associati, per il 60% tramite rimborsi diretti. Per affrontare il futuro secondo Pulcinelli occorre ripensare a come vengono destinate le risorse, contenendo l’eccesso di accertamenti diagnostici e iniziando a ragionare sull’offerta di residenze per anziani.
Dopo un dibattito con il pubblico sui temi della salute, del welfare e della previdenza, il segretario generale di Manageritalia Massimo Fiaschi ha evidenziato che, oltre alla cura del corpo e alla prevenzione sanitaria, per mantenersi in buona salute è importante investire sulla sfera sociale e culturale, aspetti a cui la vita associativa di Manageritalia offre un’attenzione particolare.
Sui temi pensionistici Fiaschi ha poi parlato delle azioni legali, di lobbing e di comunicazione in materia di blocco della perequazione e di pensioni d’oro portate avanti insieme alle altre organizzazioni della dirigenza tramite Cida e ricordato l’impegno sulle cause pilota a fianco degli associati al momento in corso, l’esito positivo di un pronunciamento della Corte dei conti e l’attesa di un nuovo parere della Corte Costituzionale.
“In Italia c’è bisogno di una visione di lungo periodo che, purtroppo, la politica degli ultimi 30 anni non è riuscita ad esprimere – ha affermato in conclusione il presidente di Manageritalia Guido Carella – la categoria manageriale, alla luce delle competenze e dei risultati del modello contrattuale di cui il Fasdac è uno dei migliori esempi, lavora costantemente per affermare proposte costruttive e fattive in materia di sanità, pensioni, relazioni sindacali e formazione professionale. Ci confrontiamo con un sistema governato spesso in maniera miope e, per questo, abbiamo il dovere e la responsabilità di continuare a impegnarci con la comunità professionale che rappresentiamo”.