Dirigenti terziario: la previdenza si fa in tre

Il risparmio previdenziale dei dirigenti del terziario è composto da tre pilastri: quello pubblico e i due compresi nel welfare contrattuale, il Fondo di previdenza complementare Mario Negri e l’Associazione Antonio Pastore. Per tutti la previdenza integrativa è un must

In pensione saremo tutti più poveri? È certo che la previdenza pubblica non potrà garantire un tasso di sostituzione anche superiore all’80% dell’ultima retribuzione, come avveniva negli anni novanta, prima dell’intervento di una serie di riforme del sistema previdenziale italiano che hanno progressivamente modificato in peius i criteri di calcolo dell’assegno pensionistico, oltre ad agire sull’età per poter accedere al pensionamento.

Intervenendo per tempo è tuttavia possibile fare in modo di aumentare la propria rendita previdenziale, grazie alla previdenza complementare e all’utilizzo del proprio Tfr.

Il Ccnl per i dirigenti del terziario, della distribuzione e dei servizi fornisce la risposta alla necessità di incremento della posizione previdenziale tramite due strumenti: il fondo di previdenza complementare Mario Negri e l’Associazione Antonio Pastore.

È infatti fondamentale pianificare il proprio risparmio previdenziale e diversificare l’investimento in previdenza, tenendo conto delle caratteristiche dei mezzi a nostra disposizione.

Particolare attenzione devono porre a questo tema i dirigenti per i quali la contribuzione viene versata nel limite di un massimale adeguato annualmente (attualmente pari a 103.055,00 euro annui), poiché, avendo iniziato a contribuire dal 1996 in avanti, rientrano al 100% nel sistema di calcolo contributivo e avranno, quindi, un tasso di sostituzione pensione/stipendio che potrà essere inferiore al 50%.

Vediamo di seguito, le caratteristiche e i vantaggi dei tre pilastri previdenziali di cui dispongono i dirigenti a cui si applicano i Ccnl sottoscritti da Manageritalia.

1° pilastro – la previdenza pubblica Inps
Anche con l’introduzione del sistema contributivo, il sistema pensionistico pubblico italiano rimane basato sul sistema a ripartizione, in quanto le pensioni vengono pagate utilizzando i contributi dei lavoratori in servizio.

Per quanto tale sistema possa essere messo sotto pressione dalla situazione demografica determinata dall’inarrestabile invecchiamento della popolazione, in caso di difficoltà, possiamo confidare sull’intervento della fiscalità generale per il pagamento delle pensioni, poiché lo Stato non può venir meno al patto sottoscritto con i cittadini/contribuenti.

Dovremo attenderci a breve una nuova riforma del sistema previdenziale pubblico, necessaria per risolvere la questione del post Quota 100, ma nel frattempo possiamo individuare come vantaggi del sistema pubblico:

• la contribuzione pari al 33% della Ral (o del massimale contributivo), di cui il 24% a carico del datore di lavoro;
• la certezza dell’adempienza dello Stato;
• le prestazioni di natura assistenziale (integrazioni al minimo, maternità, malattia, disoccupazione, assegni familiari, fondo di garanzia del Tfr ecc.).

2° Pilastro – la Previdenza complementare Fondo Mario Negri
Il Fondo Mario Negri al raggiungimento dei requisiti del pensionamento pubblico Inps, può erogare una rendita integrativa a quella pubblica, reversibile agli aventi diritto, soggetta ad una tassazione particolarmente agevolata pari al 15%, che può ridursi fino al 9%, con 35 anni di iscrizione alla previdenza complementare. Si tratta di una tassazione fissa e pertanto le prestazioni della previdenza complementare non si cumulano, ai fini l’Irpef, con gli altri redditi del titolare (pensione pubblica ed eventuali altre entrate).

Anche in fase di versamento dei contributi è prevista una particolare agevolazione fiscale, poiché l’intero contributo (quota a carico del dirigente e quota a carico del datore di lavoro) è deducibile dal reddito e non è soggetto al massimale annuo di deducibilità di 5.164,57 euro previsto per la generalità dei fondi di previdenza complementare. I rendimenti sono soggetti a un’imposta annua del 20%.

In alternativa alla rendita pensionistica, una volta cessata l’attività lavorativa è possibile liquidare la prestazione pensionistica in forma di capitale, oppure, è possibile anticipare il momento del pensionamento di vecchiaia di 5/10 anni, facendo ricorso alla Rita, la rendita integrativa temporanea anticipata, anche essa soggetta alla tassazione del 15/9%.

La posizione accantonata può essere utilizzata anche nel corso dell’attività lavorativa, in quanto tramite la richiesta di anticipazioni è possibile fare fronte ad esigenze di liquidità per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa, per motivi di salute che riguardano l’iscritto o i suoi familiari, e per altre motivazioni che non è necessario giustificare. Anche le anticipazioni sono soggette ad una tassazione fissa, pari al 23/15%.

È anche possibile riscattare la propria posizione, decorso un anno dalla data di cessazione dell’attività lavorativa. In tal caso, il riscatto è assoggettato alla tassazione fissa del 23%.

Naturalmente, l’esercizio delle opzioni per la liquidazione in forma capitale o per la Rita fa venire meno la possibilità di integrare la pensione pubblica per aumentare il tasso di sostituzione, ma fornisce risposte a esigenze di diversa natura che il dirigente potrebbe avere nel corso della sua vita lavorativa.

La molteplicità di prestazioni gestite dalle forme di previdenza complementare permette quindi un utilizzo più flessibile ed efficace di tale strumento rispetto alla previdenza pubblica.

Un altro aspetto da valutare sono i rendimenti. Secondo le elaborazioni effettuate da Manageritalia su dati Istat nel periodo 2010-2020:

1) il tasso medio annuo di rivalutazione dei montanti della previdenza obbligatoria risulta pari a 1%;
2) il tasso medio netto annuo di rivalutazione del Tfr risulta pari a 1,9%;
3) il tasso medio netto annuo di rendimento del Fondo Mario Negri risulta pari a 3,3%.

Il conferimento del Tfr al Fondo Mario Negri non è obbligatorio ma fortemente raccomandato, se si vuole realizzare quell’opera di costruzione del risparmio previdenziale a cui accennavamo in presenza.

Riepiloghiamo i vantaggi della previdenza complementare e, in particolare, del Fondo Mario Negri:

• flessibilità delle prestazioni nell’ambito della normativa che disciplina la previdenza complementare;
• deducibilità totale dei contributi;
• tassazione agevolata delle prestazioni;
• rendimenti più elevati della previdenza pubblica e del Tfr mantenuto in azienda, ma soggetti alla tassazione del 20%, mentre il rendimento del Tfr in azienda è tassato al 17%.

3° Pilastro – la Previdenza Integrativa Individuale Associazione Antonio Pastore
La Garanzia Mista a premio unico ricorrente con rivalutazione annua del capitale, rappresenta la componente di capitalizzazione della Convenzione Antonio Pastore che al termine del periodo di contribuzione (di durata massima fino al 75° anno di età più eventuali ulteriori 5 anni), consente all’assicurato di disporre di un capitale comprensivo dei premi utilizzati per tale forma assicurativa e delle rivalutazioni realizzate anno per anno.

La garanzia prevede una possibilità di riscatto totale o parziale del capitale, al momento della cessazione dell’attività lavorativa. In alternativa alla liquidazione totale o parziale del capitale è prevista l’opzione di erogazione di una rendita vitalizia annualmente rivalutabile commisurata all’entità del capitale maturato al momento della richiesta, all’età assicurativa raggiunta e al sesso dell’assicurato.

La previdenza integrativa individuale non è regolamentata da una specifica normativa di legge, come avviene per la previdenza complementare ed è, per questo, ancora più flessibile per quanto riguarda le prestazioni, ma è meno incentivata sotto l’aspetto fiscale.

I contributi versati a queste forme di previdenza non sono deducibili ed è possibile portarli in detrazione solo parzialmente. Conseguentemente, nel momento in cui vengono liquidate il capitale non è soggetto a tassazione, mentre i rendimenti lo sono, in base alla normativa applicabile ai prodotti assicurativi. Poiché la normativa fiscale è stata modificata nel tempo, l’aliquota effettiva per la tassazione dei rendimenti viene calcolata dall’Associazione Antonio Pastore tra il valore minimo del 12,5% e il massimo del 20%.

In merito ai rendimenti il prodotto assicurativo è più stabile e questo ha permesso anche negli anni di crisi di ottenere rendimenti di tutto rispetto (3,2% medio annuo lordo nel periodo 2010-2020).

In sintesi, la previdenza integrativa individuale Pastore permette di:
• fare affidamento su una serie di garanzie assicurative per ogni accadimento che possa interessare il dirigente nella sua vita professionale e personale.
• contare su un capitale, che può essere liquidato al momento della cessazione dell’attività lavorativa, fungendo da vero e proprio ammortizzatore sociale, oppure può essere mantenuto in gestione, continuando a maturare rendimenti.
• pur se con limitate agevolazioni fiscali in fase di versamento, tassazione dei soli rendimenti in fase di liquidazione.

In conclusione…
I tre strumenti su cui i dirigenti del terziario possono fare affidamento hanno funzioni diverse, tutte fondamentali e complementari tra loro.

Manageritalia e le Organizzazioni datoriali firmatarie del Ccnl per i dirigenti del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato, sono consapevoli della sempre maggiore importanza che il welfare contrattuale assumerà per garantire il mantenimento di uno stile di vita consono anche nella quiescenza e sono perciò impegnate in un confronto costante e aperto per approfondire le questioni legate alla sostenibilità del welfare e della bilateralità contrattuale.

Vorremmo poter dire lo stesso per la previdenza pubblica, dal momento che, così come è stato realizzato, il sistema pubblico non potrà reggere all’infinito poiché non è possibile aumentare la contribuzione, quando da anni si sostiene la necessità di ridurre il cuneo fiscale o posticipare ulteriormente il momento del pensionamento per garantire la sostenibilità minata dalle problematiche demografiche di cui si è accennato in premessa.

Concludiamo con un sogno: poter arrivare ad avere un primo pilastro che garantisca una pensione minima, adeguata, per tutti e permettere a chi lo desidera e a chi ne ha la possibilità, di investire sul secondo e terzo pilastro, usufruendo del medesimo trattamento di completa deducibilità fiscale riservato ai contributi previdenziali versati all’Inps e di agevolazioni e incentivi anche in fase di erogazione delle prestazioni.

Ciò permetterebbe anche di garantire una maggiore flessibilità nell’accesso al pensionamento, senza pesare sulle future generazioni, come avverrà a seguito di operazioni come “Quota 100”.

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