Class Action e diritti dei pensionati

Scrivo questa breve nota di carattere tecnico per aiutare i lettori ad avere una visione più completa sul tema della Class Action.

La class action prevista dal nostro ordinamento (D.Lgs.vo 198/2009) può essere proposta nei confronti delle amministrazioni pubbliche e dei concessionari di servizi pubblici al fine di “ripristinare il corretto svolgimento della funzione o la corretta erogazione di un servizio”. Sono titolari dell’azione le associazioni di rappresentanza di interessi e quelle dei consumatori, per i casi di violazione di termini o mancata emanazione di atti amministrativi generali o obbligatori, sempreché la violazione o l’omissione abbia causato una lesione diretta, concreta ed attuale dei propri interessi.

Dalla definizione di legge emerge con chiarezza l’improponibilità di una class action avverso i noti provvedimenti di legge del Governo in materia di pensioni. Conformemente, anche la più volte citata class action che il Codacons si propone di avviare – ancorché pubblicizzata assieme ad altre rivendicazioni in favore dei pensionati – mira ad ottenere non altro che l’emanazione di atti amministrativi previsti per legge, al momento disattesi; in particolare, si chiede la corretta attuazione degli artt.15, 16 e 17 della legge 328/2000 (Legge quadro per la realizzazione dei sistema integrato di interventi e servizi sociali), laddove è previsto che il Governo predisponga, ogni triennio, il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali.

Credo sia opportuno notare che la predetta legge non ha il fine di disciplinare il sistema pensionistico obbligatorio, bensì di delineare (è appunto una legge quadro) un contesto di strumenti di sostegno alle persone ed alle famiglie meno abbienti o disagiate, come indicati dagli artt.14, 15 e 15 della citata legge.

Per chiarezza dunque, va evidenziato che l’attuazione della legge 328/2000, delegata e rinviata all’emanazione di atti e decreti, realizza un quadro di politiche di assistenza alle persone ed alle famiglie in stato di bisogno; nulla a che vedere con il sistema previdenziale o con le norme che penalizzano l’entità delle prestazioni pensionistiche, che al momento – come dimostra l’assenza di iniziative da parte di altri soggetti sociali, anche ben più “consistenti” di Manageritalia – seguitano a sembrare non suscettibili di sicura impugnativa.

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