Il decreto sull’Ape volontaria è stato firmato lunedì dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: la normativa prevede che i lavoratori che hanno almeno 63 anni di età, 20 anni di contributi e un assegno mensile non inferiore a circa 702 euro possano uscire dal lavoro in anticipo, prendendo in prestito una parte della futura pensione.
Come spiegano questo e questo articolo,
gli interessati possono scegliere se far durare il prestito fino al momento in cui è previsto attualmente il pensionamento o se comprendere anche l’eventuale aumento dell’età pensionabile che potrebbe scattare nel 2019 in base all’adeguamento della speranze di vita; nella seconda ipotesi, la rata sarà di conseguenza più alta.
Funzionamento
L’importo minimo richiedibile è di 150 euro mensili, il massimo è legato alla durata dell’Ape: se l’anticipo è superiore a 3 anni (fino a 3 anni e 7 mesi), si potrà chiedere fino al 75% della pensione; se è compreso tra 24 e 36 mesi l’80%, tra 12 e 24 mesi l’85% e se meno di 12 mesi si arriva al 90%. La pensione al netto della rata non potrà essere inferiore a 770 euro.
Se il richiedente ha contratto debiti con le banche, l’esposizione comprensiva della rata dell’Ape non potrà superare il 30% dell’assegno previdenziale. Per conoscere il reale costo dell’Ape occorrerà comunque attendere le convenzioni con Abi e Anie: l’ipotesi è di un tasso di prestito del 2,8% ma i costi reali risulteranno inferiori considerando l’abbattimento fiscale del 50% tanto degli interessi quanto dei premi.
L’anticipo verrà percepito in rate mensili e, raggiunta l’età di vecchiaia, la pensione verrà corrisposta al netto della rata di ammortamento inclusiva di restituzione del capitale, interessi e assicurazione per i successivi 20 anni, per poi tornare al suo importo normale.
Se il richiedente morisse prima di aver restituito il prestito, l’assicurazione coprirà il debito residuo e l’eventuale reversibilità verrà corrisposta senza decurtazioni.
Secondo le stime il provvedimento interessa una platea di circa 300mila persone per il 2017 e di 115mila per il 2018.