Ape e Rita, partenza ritardata

Le misure per la flessibilità restano ancora in cantiere

L’Ape, la misura prevista dalla Legge di Stabilità 2016 che dovrebbe consentire di anticipare la pensione, non è diventata operativo dal primo maggio come previsto.
 
Per l’Ape sociale, quella destinata ad alcune categorie di lavoratori (usuranti, disoccupati, disabili ecc.) si attende un decreto del Governo. Visti i tempi tecnici – il provvedimento dovrà poi ricevere il via libera della Corte dei Conti prima di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale – l’apertura dei termini per la presentazione delle domande slitterà probabilmente alla seconda metà di luglio.
 
Per l’Ape volontaria, invece, il ritardo sembra avere una durata ancora più indefinita. Per poter emanare il decreto attuativo l’esecutivo deve prima stabilire i criteri di accesso alla richiesta, quindi accordarsi con banche e sistema creditizio sulle condizioni del prestito.
 
La mancata attuazione dell’Ape volontaria blocca un altro dei provvedimenti previdenziali varati (sulla carta) con la Stabilità 2016: la Rita ovvero la Rendita integrativa temporanea anticipata, quello che maggiormente dovrebbe interessare la categoria.
 
Quest’ultimo prevede che, utilizzando il capitale accumulato con il secondo pilastro pensionistico, si possa uscire dal lavoro a 63 anni. Pur non essendo necessario un decreto governativo ad hoc, la misura è subordinata all’attuazione dell’Ape volontaria, come precisato recentemente anche dall’Inps.
 
 
Aggiornamento dell’11 maggio
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, interpellato ieri alla Camera sulla riforma delle pensioni, ha dichiarato che il Governo intende velocizzare la pubblicazione in Gazzetta dei decreti attuativi per l’Ape social e che i tempi di attivazione, successivi alla pubblicazione, saranno contenuti al minimo.

 
E’ stato inoltre chiarito che, per non generare danno ai potenziali fruitori dell’Ape a causa del ritardo nell’emanazione dei decreti attuativi, è intenzione del Governo prevedere una retrodatazione dell’erogazione dell’anticipo pensionistico al 1° maggio, data prevista dalla Legge di Bilancio, indipendentemente dalla data in cui le domande potranno essere presentate, una volta concluso l’iter attuativo.

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