In un momento in cui il Paese affronta trasformazioni profonde, è dai territori che dobbiamo ripartire.
L’Italia vive nei suoi luoghi, nelle comunità che ogni giorno generano valore economico, sociale e culturale. I territori sono ecosistemi vivi, reti di persone, esperienze e competenze. Per questo le nostre Associazioni territoriali rappresentano un presidio strategico: punto di contatto diretto con manager, imprese e istituzioni locali.
Promuovono iniziative, costruiscono relazioni, sostengono il lavoro e l’innovazione.
È grazie a loro se i valori e i servizi del nostro sindacato diventano presenza concreta nella vita professionale delle persone e nel tessuto economico locale.
Da qui nasce anche la nostra forza nel confronto con governo e istituzioni, rappresentata anche nel recente incontro con il viceministro Maurizio Leo. La manovra finanziaria uscita dal consiglio dei ministri porta infatti alcuni risultati frutto di un impegno continuo e di un dialogo costante condotto da Manageritalia e Cida.
La riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, che si riflette anche sulle retribuzioni sino a 200.000 euro, è un segnale concreto verso la classe media produttiva. Lo stesso vale per le misure dedicate a genitorialità e welfare contrattuale, che rispecchiano le nostre richieste di politiche capaci di sostenere il lavoro qualificato e le famiglie.
Tuttavia, al di là di questi riconoscimenti importanti, resta la sensazione di una manovra che, pur contenendo alcuni segnali positivi, non delinea ancora una chiara visione di sviluppo. È un provvedimento che compie qualche passo avanti, ma che avrebbe potuto esprimere con più forza un orientamento alla crescita del Paese, alla competitività delle imprese e al futuro del lavoro qualificato.
Un dirigente con 105mila euro di reddito paga 13,5 volte più imposte di un lavoratore con 30mila euro: un dato che ricorda quanto la nostra categoria contribuisca alla solidarietà nazionale.
Ed è proprio per questo che continuiamo a chiedere politiche fiscali e di sviluppo che riconoscano il valore del contributo di chi genera ricchezza, occupazione e crescita.
Oltre al confronto con la politica, c’è poi il lavoro quotidiano come sindacato. A fine anno scadrà il nostro contratto collettivo: lo abbiamo rinnovato ieri, ben prima della scadenza, rafforzando quanto fatto con quello passato e apportando ulteriori innovazioni. È una sfida che riguarda tutti, che vogliamo affrontare con responsabilità e visione.
Il cambiamento che cerchiamo per il Paese parte da noi, dalle nostre persone e dalle nostre strutture territoriali. Manageritalia continuerà a dialogare, proporre soluzioni, difendere i diritti dei manager, ma anche costruire una cultura del lavoro che metta al centro competenze, responsabilità e futuro.
Perché l’Italia cresce se cresce la sua classe dirigente, e la sua classe dirigente cresce se si sente parte di un Paese che crede nel merito, nella solidarietà e nell’orgoglio del proprio lavoro.
Viva Manageritalia!
Marco Ballarè
marco.ballare@manageritalia.it