Durante l’assemblea del 6 giugno scorso, Monica Nolo, vicepresidente di Manageritalia, ha illustrato il nuovo posizionamento dell’Associazione, partendo dai primi tre pilastri: fiscalità, welfare e politiche del lavoro. I contenuti presentati (vedi box sotto) sono stati approvati all’unanimità dagli oltre 200 delegati presenti e dibattuti positivamente durante i loro interventi.
L’obiettivo, condividendo e sviluppando anche gli altri pilastri del posizionamento (vedi sotto), è costruire un’immagine distintiva e coerente di Manageritalia come soggetto autorevole nel dialogo sociale, capace di generare proposte concrete e innovative. Il percorso di posizionamento si articola in quattro fasi: identificazione dei temi distintivi; definizione di una proposta di valore originale; comunicazione efficace e aggiornamento continuo.
L’azione per la sua promozione si sviluppa sui tre livelli di rappresentanza di Manageritalia: sindacale (con le Federazioni e le Associazioni aderenti), istituzionale (anche attraverso Cida e Cec) e sociale (con la Fondazione Prioritalia).
Qual è il senso e l’obiettivo del posizionamento di Manageritalia?
«Attraverso il posizionamento vogliamo fare in modo che l’identità di Manageritalia emerga in maniera chiara e riconoscibile in qualunque contesto saremo chiamati a svolgere la nostra azione di rappresentanza. Un’identità in cui tutti i nostri associati possano riconoscersi».
Questa azione istituzionale e di rappresentanza fa parte della storia di Manageritalia: cosa cambia oggi?
«Viviamo in uno straordinario momento storico, caratterizzato da una grande complessità e da cambiamenti di tipo epocale: la costruzione di un nuovo ordine geopolitico mondiale, una rivoluzione tecnologica senza precedenti, la messa in discussione della sostenibilità degli attuali modelli di sviluppo sono solo alcune delle tematiche che dobbiamo affrontare. Dobbiamo quindi definire in maniera chiara la nostra visione, affinché rappresenti per i nostri associati un punto di riferimento. Lo faremo utilizzando i position paper, ovvero i documenti nei quali, con riferimento a specifiche tematiche, andremo a dichiarare le nostre proposte e le nostre istanze».
Il posizionamento definisce interessi e istanze dei manager, ma anche una visione del Paese. Perché e in che modo?
«Rappresentare i manager e le alte professionalità significa dare voce a persone chiamate ogni giorno ad agire in maniera “responsabile” nel garantire lo sviluppo delle proprie imprese. La stessa “postura” deve necessariamente caratterizzare anche la nostra azione, nel senso che dovremo essere in grado di perseguire con fermezza gli interessi di categoria, senza che ciò avvenga a scapito della coesione sociale e del benessere collettivo. Ne consegue la necessità di improntare la nostra visione con quella di un Paese che mette ai primi posti della propria agenda politiche di sviluppo capaci di generare opportunità di crescita diffuse e azioni tese a garantire che tutti contribuiscano realmente al benessere collettivo».
Qual è stato il percorso che ha portato all’approvazione di questi tre ambiti del posizionamento?
«Volevamo che i position paper fossero il frutto di una discussione e di una visione collettiva. Per ogni tematica abbiamo quindi organizzato un appuntamento di approfondimento e di confronto con esperti del settore che ha coinvolto gli oltre 250 delegati, che hanno poi dibattuto delle tematiche all’interno dei consigli delle Associazioni. A valle di questo processo, lo scorso giugno, l’assemblea ha votato i principi generali e le linee di azione alla base dei position paper riferiti ai tre ambiti».
Come viene coinvolta la base, gli oltre 45mila manager associati, e quale ruolo ha?
«La diffusione dei position paper ci consentirà di condividere la nostra visione e le nostre proposte con gli associati: immaginiamo questo sia il primo passo volto ad animare un dibattito più esteso che coinvolga la nostra base. Ci auguriamo di ricevere stimoli che possano consentire di ampliare il confronto, arricchire le proposte e farle divenire identitarie per tutti i nostri associati. L’invito è quello di attivare tutti i canali a disposizione, da quelli digitali (email e social) alle Associazioni».
In un contesto complesso come quello attuale non è facile rappresentare le istanze dei manager e la loro visione su aspetti economici e sociali determinanti per il Paese. Quali sono gli ostacoli principali?
«L’avvento dei social ha contribuito alla diffusione di una cultura improntata all’individualismo e alla prevalenza dell’interesse particolare su quello collettivo. Di conseguenza, si è generata la convinzione che i cosiddetti corpi intermedi, come le organizzazioni sindacali, fossero divenuti inutili, alla stregua di “vecchi arnesi” figli di un periodo storico ormai superato. L’attuale situazione sta invece dimostrando come contesti complessi e incerti possano essere affrontati solo se si è in grado di generare massa critica attraverso una rinnovata spinta aggregativa. La difficoltà per un soggetto di rappresentanza rimane sempre quella di riuscire a creare, facendo sintesi fra le diverse istanze, una proposta di valore nella quale la maggioranza possa riconoscersi. Per questo abbiamo ritenuto importante definire, attraverso i position paper, in maniera chiara e condivisa, i principi che orienteranno l’azione di rappresentanza rispetto alle diverse tematiche».

I TRE POSIZIONAMENTI APPROVATI IN SINTESI
Manageritalia denuncia l’attuale squilibrio del sistema fiscale: il 15% dei contribuenti sostiene il 63% del gettito, mentre l’1,56% (redditi oltre i 100.000 euro) contribuisce per il 24%. A ciò si aggiungono l’esplosione della spesa assistenziale (+220% dal 2008) e un’evasione stimata in 70 miliardi di euro.
Fiscalità e politiche tributarie
L’Associazione propone di:
- ridurre la pressione fiscale sui redditi da lavoro e pensione oltre i 50.000 euro;
- contrastare l’evasione rafforzando i controlli e limitando i condoni;
- incentivare la contrattazione collettiva per aumentare produttività e benessere;
- restituire il fiscal drag a lavoratori e pensionati;
- mantenere l’indicizzazione delle pensioni.
Welfare aziendale e benessere organizzativo
Il benessere organizzativo è visto come elemento chiave per la sostenibilità e la produttività aziendale. Manageritalia evidenzia la crescita del welfare aziendale (+400% dal 2016), ma denuncia l’ambiguità normativa sul trattamento fiscale dei benefit.
Le proposte includono:
- estendere gli accordi di produttività ai redditi fino a 120.000 euro;
- rendere strutturali i fringe benefit come strumenti di sostegno al reddito;
- promuovere un modello di welfare flessibile e inclusivo, integrato tra pubblico e privato, che accompagni il lavoratore lungo tutto l’arco della vita.
Politiche del lavoro e occupazione
In un contesto segnato da complessità crescente e mismatch tra domanda e offerta di competenze, Manageritalia sottolinea l’urgenza di rafforzare le pmi attraverso una maggiore presenza manageriale.
Le proposte principali sono:
- incentivi alle imprese per il reimpiego di manager disoccupati;
- creazione di un’agenzia bilaterale pubblico-privata per l’occupabilità dei manager che aggreghi domanda e offerta di competenze.
POSIZIONAMENTO: I TEMI CARDINE
1_Fiscalità e politiche tributarie
2_Welfare aziendale e benessere organizzativo
3_Politiche del lavoro e occupazione
4_Relazioni industriali e contrattuali
5_Politiche di retribuzione e incentivazione
6_Formazione continua e sviluppo professionale
7_Innovazione e digitalizzazione
8_Parità di genere e inclusione
9_Sostenibilità e responsabilità sociale di impresa
10_Transizione ecologica e green economy
11_Gestione delle crisi e resilienza organizzativa
12_Salute e sicurezza sul lavoro
13_Etica professionale e deontologia
14_Internazionalizzazione e mercati esteri
15_Politiche di coesione