Qual è il purpose della tua area e come intendi dargli corpo?
«Intendiamo accompagnare manager e organizzazioni nella transizione digitale, con un focus specifico sull’intelligenza artificiale come leva per la crescita, la competitività e la sostenibilità. Vogliamo superare la logica dell’“adozione tecnologica passiva” per promuovere invece consapevolezza, visione strategica e capacità di guida. Lo faremo attraverso progetti formativi, strumenti operativi, azioni di sensibilizzazione e, soprattutto, una forte connessione tra i livelli locali, nazionali ed europei».
Quale il tuo ruolo e cosa chiederai al tuo team?
«In qualità di coordinatore nazionale dell’area, ho il compito di favorire un approccio condiviso, aperto e operativo tra tutte le Associazioni territoriali. Stiamo costruendo un team eterogeneo, ricco di competenze ed esperienze, capace di tradurre la strategia in iniziative concrete. Chiedo al team di lavorare con spirito di collaborazione, pragmatismo e attenzione all’impatto. L’AI non è solo tecnologia: è anche cultura, governance, etica. È fondamentale che i manager non si limitino ad adottarla, ma imparino a governarla con responsabilità».
Quali sono le priorità strategiche e operative?
«Abbiamo definito tre priorità: la mappatura dell’impatto dell’AI sulle competenze manageriali; la costruzione di percorsi formativi personalizzati; la creazione di partnership con università, imprese e istituzioni. Siamo già intervenuti nella consultazione pubblica della Commissione europea sui sistemi di AI ad alto rischio, conclusa lo scorso 18 luglio, portando proposte a tutela delle competenze manageriali e della qualità del lavoro nel terziario. Parallelamente, mi avvalgo del supporto di questo gruppo per la collaborazione con il Cnel affinché la transizione digitale venga integrata nelle politiche nazionali sul lavoro e sulla formazione, con attenzione ai territori e ai settori più esposti».
Quali output vorresti uscissero?
«Ci stiamo concentrando sulla produzione di linee guida pratiche, casi di successo, strumenti di self-assessment digitale, format di eventi replicabili e contenuti divulgativi per manager, imprese e stakeholder. Vogliamo alimentare una cultura dell’innovazione che sia competente, inclusiva ed etica. Il recente Global South Innovation 2025, a cui abbiamo partecipato contribuendo al confronto sul ruolo dell’AI per lo sviluppo nei Paesi emergenti, ha rafforzato la convinzione che l’innovazione debba essere guidata da visione e responsabilità. L’AI è una straordinaria opportunità, ma solo se chi la guida ha le competenze e i valori per farlo. Il nostro compito, oggi, è proprio questo: aiutare i dirigenti a diventare protagonisti consapevoli di questo cambiamento».
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