2022 in rosso, medio-lungo termine roseo

La gestione del Fondo Mario Negri chiude, in un anno nero per investitori e mercati finanziari, con un risultato negativo a doppia cifra in ogni comparto, salvo il garantito tfr. Il continuo aumento degli iscritti, la solidità patrimoniale e il modello di gestione garantiscono una pronta ripresa e un futuro a medio lungo termine sereno.

Il 2022 è stato un anno molto difficile per gli investitori sui mercati finanziari e sarà archiviato come uno dei peggiori della storia per il Fondo Mario Negri, i fondi pensione e ogni forma d’investimento in generale. Un anno nel quale gli andamenti fortemente negativi sia nel mercato dei titoli a reddito fisso sia nel mercato azionario non hanno consentito di beneficiare degli effetti di decorrelazione e diversificazione del portafoglio. Tutte le asset class hanno subito forti svalutazioni causate da una rottura degli equilibri del sistema globale in campo geopolitico, finanziario e commerciale. L’inversione a “U” delle politiche monetarie delle banche centrali, costrette, con il ritorno dell’inflazione, a dare avvio al più rapido aumento dei tassi di interesse degli ultimi 35 anni, ha causato importanti svalutazioni a doppia cifra per quasi tutte le asset class, sia sul lato equity sia sul lato debito. Le performance delle varie attività finanziarie nei mercati globali non hanno mostrato comparti in positivo. E anche il portafoglio del Fondo è entrato inevitabilmente in una vischiosa e poi consolidata area negativa: un anno nero per mercati e investitori, caratterizzato da instabilità e insicurezza. Una situazione normale per chi conosce i mercati finanziari, che non preoccupa, visto come abbiamo assorbito altri cali dei mercati in passato.

Guardando, nella giusta ottica di ogni investimento previdenziale, al medio-lungo termine, siamo positivi e, dopo il calo poco superiore alla doppia cifra nel 2022, a fine febbraio 2023 l’andamento vede già una ripresa del 5% circa.

Le performance del 2022

Il risultato della gestione 2022 del Fondo Mario Negri, in linea con quelle conseguite dall’intero “sistema” dei fondi negoziali, è sintetizzato nei seguenti dati di consuntivo: un risultato di esercizio complessivo negativo di -375,8 milioni di euro (al netto dell’effetto fiscale sulla gestione per 90,6 milioni di euro); un attivo di 3,6 miliardi di euro con un decremento di 257,2 milioni di euro; l’avanzamento del processo di riallineamento, con risultati a fine 2022 che mostrano, anche per questo esercizio, un andamento in linea con il piano attuariale.

Le performance del 2022 determinano i seguenti risultati di comparto dedicati al tfr: garantito  +1,35% (al netto di spese e imposte); bilanciato medio termine -10,38% (al netto di spese e dell’effetto fiscale); bilanciato lungo termine -11,61% (al netto di spese e dell’effetto fiscale).

La ripartizione del residuo risultato di esercizio, di competenza dei conti individuali, determina l’attribuzione di un risultato negativo netto di spese e imposte del -11,95%.

Le policy di gestione e la visione di medio-lungo periodo

Il Fondo Mario Negri gestisce i trattamenti previdenziali complementari previsti dai ccnl dei dirigenti del terziario, con l’obiettivo di integrare la previdenza di base obbligatoria e assicurare al dirigente, per il futuro, un livello adeguato di tutela pensionistica, insieme alle prestazioni garantite dal sistema pubblico di base.

Nella gestione degli investimenti, i fondi pensione come il Negri sono tenuti al rigoroso rispetto di regole di prudenza, definite per legge. Tali regole devono tener conto della finalità previdenziale e non speculativa dell’investimento stesso. Inoltre, tutti gli investimenti devono essere adeguatamente diversificati ed effettuati tenendo conto dei limiti indicati dalla normativa in vigore. In questa logica, la visione del Fondo Mario Negri si basa sulla gestione delle risorse in funzione di obiettivi di medio-lungo periodo e con una politica di investimento finalizzata a realizzare combinazioni “rischio/rendimento” efficienti, coerenti con i bisogni previdenziali degli iscritti e in linea con il piano di riallineamento. L’individuazione del livello di rischio ottimale avviene attraverso l’analisi di diversi elementi: la situazione economica generale; l’evoluzione presumibile dei mercati finanziari; l’orizzonte temporale; le caratteristiche degli iscritti.

Il Fondo, nelle sue scelte, tiene costantemente in considerazione che il rischio dell’investimento è attenuato dal protrarsi dell’orizzonte temporale e dalla diversificazione tra varie classi di attività prescelte dall’utilizzo di diversi gestori finanziari. Anche nella misurazione delle performance, è importante considerare che le strategie di investimento orientate a ottenere una pensione integrativa mirano a massimizzare i rendimenti di lungo periodo. Dunque, valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, l’apprezzamento deve tenere in considerazione non la performance di un singolo anno, positiva o negativa, bensì il rendimento cumulato di medio-lungo periodo. E, di conseguenza, un momento di flessione contingente dei trend di mercato non dovrebbe influenzare il Fondo pensione nella programmazione duratura nel tempo e nella propria politica di investimento.

Azioni a tutela del patrimonio

Secondo questa prospettiva, l’andamento negativo dei mercati finanziari del 2022 e i cambiamenti di scenario non hanno influenzato la visione di lungo periodo del Fondo Mario Negri né hanno portato a cambi di programma estemporanei o irrazionali. In base a questa logica, durante il 2022 il Fondo ha messo in campo tutte le azioni tattiche e le strategie di difesa e tutela del patrimonio degli iscritti attraverso il costante monitoraggio dei gestori e con parziali riassetti dei flussi di investimento più aderenti alle attese di recupero nel momento della ripresa, attuando una riduzione delle risorse in gestione nei mandati obbligazionari e l’incremento di quelle in gestione nei mandati azionari. Malgrado ciò, la chiusura dell’anno 2022 indica una flessione significativa del rendimento dei comparti, purtroppo in linea con i benchmark di mercato.

Asset allocation

Quanto alle necessarie verifiche sull’idoneità dell’asset allocation in atto a produrre il reddito stimato nel medio periodo e sulle situazioni di equilibrio tra le attività e le passività in relazione al mutato scenario rappresentato dall’intervenuto deterioramento delle situazioni macroeconomiche e dei mercati finanziari globali, il Fondo ha avuto cura di predisporre un aggiornamento dell’Alm (Asset-liability management) per valutare la sostenibilità futura e verificare al contempo che l’andamento degli asset e delle passività consenta l’adeguata correlazione nel tempo in termini di durata, ottimizzazione del rendimento, rispetto di eventuali garanzie e di altri aspetti che possono interessare la gestione tecnico-economica del Fondo. Dopo questa analisi, si è potuto concludere che l’attuale asset allocation del Fondo costituisce un supporto valido per approcciare una ripresa di mercato e, comunque, per il conseguimento degli obiettivi di rendimento in un orizzonte temporale quinquennale.

In sintesi, conferma del criterio proprio di un fondo di previdenza complementare di impiego delle risorse, in funzione di obiettivi di medio-lungo periodo, combinato con il principio inderogabile della diversificazione, non disgiunto da una costante cautela, particolarmente attenta in questa fase.

Indicatori di performance

Infine, per una valutazione complessiva della performance appaiono importanti altre due considerazioni fondamentali:

  • le variazioni al ribasso di un anno sono da considerarsi “temporanee” e si trasformano in perdite effettive solo nel momento in cui viene smobilizzato il capitale, cioè quando si richiede un anticipo o una prestazione pensionistica;
  • la storia ci insegna che anche le perdite delle crisi passate sono state velocemente recuperate. Il fondo pensione è un prodotto con un orizzonte di investimento di medio-lungo termine e non va valutato sull’andamento di un singolo anno, ma su un periodo più lungo.

La previdenza complementare si basa sul cosiddetto regime della contribuzione definita, pertanto il capitale previdenziale, cioè la posizione individuale dell’iscritto, dipende:

  • dagli importi versati nel tempo al fondo pensione;
  • dalla durata del periodo di contribuzione;
  • dai costi sostenuti durante la partecipazione alla forma pensionistica;
  • dai rendimenti (al netto della tassazione) ottenuti con l’investimento sui mercati finanziari di quanto versato.
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