Yoga: trend e numeri di un fenomeno in crescita

Peace, love and cool. In occasione della Giornata internazionale dello Yoga, il 21 giugno, parliamo di questa disciplina. Sì perché oggi lo yoga è di tendenza. Per rendersene conto basta dare un’occhiata a quante persone vanno in giro con il materassino a tracolla, pronte per andare a una yoga class nella pausa pranzo o al termine del lavoro. I numeri lo confermano: si stima che oggi in Italia sia praticato da oltre 2 milioni di persone. Gli istituti che insegnano yoga – in una delle sue innumerevoli declinazioni (Viniyoga, Hatha, Ashtanga, Vinyasa, Bikram e così via) – sono circa 2.000: 10 anni fa erano la metà. Il business non coinvolge solo le scuole ma anche l’abbigliamento e gli accessori che ruotano intorno a questo mondo: pantaloncini, tute, materassini, t-shirt, asciugamani, top. Il tutto si traduce in un giro di affari che, solo nel nostro paese, si attesta sui 200 milioni di euro.

Quali saranno le future evoluzioni del comparto? Possiamo individuarne 3:

  1. lo sviluppo di cosmetici ad hoc, come quelli proposti da Yuni Beauty, brand creato nel 2014da Emmanuel Rey and Suzanne Dawson. Di fatto questi prodotti rispondono a un duplice obiettivo: da una parte riprendono la filosofia e lo spirito propri dello yoga e dall’altra parte permettono di avere un aspetto gradevole, a prova di selfie anche quando si è sotto sforzo… Insomma, i tempi sono maturi per i fitness cosmetic;
  2. la polarizzazione delle marche. In un mercato sempre più affollato le marche tendono a polarizzarsi su due estremi. Da una parte ci sono i generalisti, che sono “arrivati” allo yogawear partendo da altri ambiti, come lo sportwear (è il caso di Nike e Adidas) o l’underwear (come Oysho). Dall’altra parte ci sono gli specialisti che hanno fatto dello yoga il proprio core business dagli esordi, in tempi non sospetti. Si pongono, qui, il brand canadese Lululemon, lo statunitense Gaiam oppure Fabletics che ha tra i propri fondatori l’attrice Kate Hudson;
  3. la rivincita di lui. Se in passato gli uomini erano una minoranza, oggi il segmento maschile rappresenta circa il 30%. I motivi? La diffusione di pratiche più active, la presenza di ambassador celebri (come Adam Levine) e lo sviluppo di corsi dal taglio più “maschile”, rivolti specificatamente a chi pratica altri sport.

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