Valorizzare i beni confiscati

Nessuno da solo può risolvere il problema dei beni abbandonati. Per questo cittadini, gestori di beni e amministratori locali sono i tre attori protagonisti del sito. L'obiettivo? Mappare tutti i 14mila beni confiscati e destinati e farsi aiutare dai cittadini

È online il nuovo portale nazionale per la trasparenza e la promozione del riutilizzo dei beni confiscati alla mafia in Italia “Confiscati bene 2.0”.


Il sito, realizzato dall’Associazione Libera e da OnData, con la collaborazione di Fondazione Tim, parte dai dati con l’obiettivo di tracciare il destino di tutto il patrimonio che lo Stato ha sottratto ai boss. Ville, appartamenti, terreni, aziende, negozi, auto di lusso, opere d’arte. Dal 1996 a oggi – cioè dall’introduzione della legge sul riuso sociale dei beni confiscati – sono stati 23.000 i beni tolti alla malavita. Di questi 14.000 sono stati restituiti alla comunità. Che ne è degli altri 9.000? Come si può intervenire perché neanche un metro quadrato sottratto alle cosche venga abbandonato? 

“Confiscati bene” cerca di rispondere a queste domande mettendo insieme i numeri che arrivano dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati, arricchendoli con le informazioni di associazioni, cooperative, Comuni, Province, Regioni e cittadini.


L’idea di partenza è che nessuno da solo può risolvere il problema dei beni abbandonati
. Per questo cittadini, gestori di beni, amministratori locali sono i tre attori protagonisti del sito. Obiettivo è mappare tutti i 14 mila beni confiscati e destinati e farsi aiutare dai cittadini. C’è un blog che raccoglie notizie dalla Calabria all’Alto Adige, c’è una redazione formata da Libera e OnData che ha il compito di verificare e controllare le notizie. Un cittadino può accedere alla sezione “Monitora bene”: da qui può inviare una segnalazione, chiedere spiegazione sul perché uno stabile è in disuso o sul perché una attività è stata sospesa. 

Solo nel Lazio, il patrimonio immobiliare, suddiviso nelle 5 province e in 48 comuni, conta 490 immobili tra abitazioni, terreni, ville, box e locali commerciali, per un valore stimato di 83 milioni di euro.


Il 29 novembre è in programma a Roma
la prima conferenza di servizi per l’acquisizione di manifestazioni di interesse che si terrà nel Lazio e rappresenta l’atto conclusivo di un lungo iter che nel 2018 ha visto proporre per la destinazione oltre 3000 beni immobili in 12 conferenze di servizi e il coinvolgimento di 19 province italiane, da Palermo fino a Milano e Venezia ed ora il Lazio con le sue province. 


La Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione, prevista dalla Legge di Bilancio per l’anno 2017, rappresenta lo strumento con il quale si effettua il coordinamento, l’indirizzo, la sorveglianza e il supporto alle Amministrazioni statali, agli enti locali ed ai soggetti che intervengono a diverso titolo nella gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Inquadrata quale forma di intervento per lo sviluppo territoriale, nasce dall’esigenza di adottare una regia unica dell’azione pubblica centrale finalizzata alla transizione verso la legalità delle aziende e dei beni confiscati alla criminalità quale forma primaria di contrasto al fenomeno, utilizzando il contributo delle politiche di coesione per la valorizzazione dei beni confiscati. La Strategia nazionale è un punto di partenza basilare per affrontare al meglio le criticità insite nella gestione e nella valorizzazione dei beni considerato che ogni bene confiscato ha una storia propria che lo caratterizza e lo distingue tra tutti.

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