Lady Gaga, i Radiohead, Kendrick Lamar. E corone di fiori di marijuana. Tutto questo si potrà trovare, tra pochi giorni, al Coachella Music and Arts Festival, l’evento che viene organizzato ogni anno negli Empire Polo Fields di Indio, in California.
Fondato nel 1999, è oggi uno dei festival musicali più celebri degli Stati Uniti. Ed è anche un grande business, con un giro di affari annuo pari a 85 milioni di dollari. Coachella è diventato un marchio. Significa vendita di biglietti (che vanno esauriti con largo anticipo), di merchandising, di cibo e bevande, di posti letto (in un hotel, in un resort o in un camping, in base allo stile di vita e al budget). L’affare è stato fiutato anche dalle marche di moda, a partire da H&M, che ogni anno propone una capsule collection legata al festival.
Tanta notorietà (e il business crescente) hanno fatto storcere il naso ai fans della prima ora, che accusano Coachella di aver perso (o svenduto) lo spirito originario. Insomma, è diventato troppo commerciale. Un destino che caratterizza molti altri eventi di questo tipo, come, per esempio, Burning Man. Ma, per ogni festival che si banalizza e perde l’afflato rivoluzionario delle origini, ce n’è un altro che nasce. E attrae gli anticonformisti. Almeno per un po’…