Una call tra i manager porta a Leopoli (Ucraina) più di 100 computer

Manageritalia Toscana e FpS danno vita al progetto “Un Pc per i bambini dell’Ucraina”. Perché la voglia di collegarsi online col resto del mondo, di imparare a programmare, sviluppare e gestire le reti, di guardare al futuro è più forte della guerra.

«Quando Riccardo Bianchi, associato a Manageritalia Toscana, ci ha sottoposto il progetto, non abbiamo esitato: ci siamo attivati immediatamente, lanciando la call a tutti i manager che fanno parte dell’Organizzazione per portare il nostro aiuto concreto a quelle terre martoriate da questa assurda guerra. Il risultato è stato ottimo: in poco tempo abbiamo raccolto 118 computer e 130 monitor da destinare alle scuole dell’area di Leopoli, in Ucraina. Qualcuno potrebbe obiettare che durante una guerra gli aiuti tecnologici servano a poco, ma abbiamo voluto offrire un sostegno a lungo termine: pensiamo che tutto ciò che può aiutare a costruirsi un futuro, nonostante si viva un conflitto, conti quanto il pane». Così Riccardo Rapezzi, presidente di Manageritalia Toscana, commenta il successo di Un Pc per i bambini dell’Ucraina.

Tutto ha avuto inizio lo scorso maggio, quando Markiyan Yurynets, esperto di digitale e assessore del comune di Velykyi Liubin, che ha lavorato 15 anni in Italia, parla la nostra lingua e conosce a fondo le realtà dei due Paesi, si è rivolto a FpS (che collabora da tempo con Markiyan per progetti di internazionalizzazione aziendale nei Paesi che usano l’alfabeto cirillico) per dare vita a un progetto decisamente ambizioso da realizzare in tempo di guerra: creare reti di computer per le scuole e le biblioteche del posto, per formare i ragazzi al digitale e dare loro un’opportunità di futuro. È nato così il progetto Un computer per i ragazzi dell’Ucraina.

Il piccolo comune ucraino di 10mila abitanti ha accolto 2.300 sfollati interni. Ad oggi circa 1 su 5 degli attuali abitanti è un rifugiato. Tante sono le donne, ma la presenza di bambini e adolescenti è davvero molto alta. Così, per consentire a questi ragazzi di proseguire nel loro percorso formativo, Yurynets ha pensato di organizzare laboratori di informatica e programmazione in scuole e biblioteca, e dare una chance di futuro lavorativo e professionale ai giovani, fortemente penalizzati dal conflitto in corso. Da circa un decennio la zona di Leopoli è diventata un polo molto sviluppato per i servizi digitali e le nuove tecnologie. Gli sviluppatori ucraini sono sempre più apprezzati e godono di stipendi molto più elevati rispetto al costo della vita locale.

«Dopo un primo carico di computer e di kit speciali destinati ai medici per la popolazione sotto i bombardamenti, forniti dalla Misericordia Barberino Tavernelle» racconta Riccardo Bianchi, Head of Digital FpS e associato Manageritalia Toscana «Fps ha proceduto a organizzare un secondo invio. Questa volta, però, volevamo pensare in grande: come Manageritalia Toscana abbiamo unito le forze e ci siamo messi subito all’opera, raccogliendo in breve tempo ben 118 computer. Le apparecchiature informatiche sono donate da aziende e imprese e poi messe a punto da ReUp Milano, l’associazione che durante i lockdown del Covid ha ricondizionato e ridato vita a quasi 1.000 pc, affidati a famiglie che ne avevano bisogno per la didattica a distanza e lo smart working. Si tratta quindi di macchine efficienti, con una potenza di calcolo di molto superiore rispetto agli obsoleti pc del 2005/2007 ancora in uso a Velykyi Liubin».

Ma 118 pc non li puoi trasportare in auto e neppure con un furgone: serve un camion. E serve un guidatore disposto a entrare in una zona di guerra, che a poche ora dalla partenza ha iniziato ad essere bersaglio dei bombardamenti: una zona pericolosa, all’addiaccio, che patisce i blackout di elettricità e dove la benzina scarseggia.
«Alla fine, chilometro dopo chilometro, ce l’abbiamo fatta» racconta Bianchi «e i 118 computer con 130 schermi raccolti dai soci di Manageritalia Toscana sono arrivati in Ucraina. Buona parte di loro sono già stati distribuiti tra scuole e biblioteche: oggi c’è poca energia elettrica nel paese, ma i ragazzini fanno la fila per sfruttare le poche ore disponibili davanti a quei computer e connettersi al mondo esterno, come tutti i loro coetanei».

Cappello calato bene in testa, stretti nei piumini con la sciarpa ben annodata al collo, da alcune settimane, ogni giorno, i ragazzi della zona di Leopoli attendono in fila fuori dalla stanza dei computer di poter sfruttare le ore di corrente elettrica quotidiana. Manca il riscaldamento e il freddo è pungente. Ma la voglia di usare le nuove macchine, di collegarsi online col resto del mondo, di imparare a programmare, sviluppare e gestire le reti, di guardare al futuro è più forte del gelo.

In fondo si tratta solo di computer, dirà qualcuno. No, si tratta della speranza, dell’entusiasmo e del futuro, diciamo noi.

Hai un pc che non usi più? Donalo anche tu: scrivi a riccardo.bianchi@fpslab.it

 

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca