Tutti pazzi per Barbie?

Il fenomeno tra marketing, product placement e consumi

Barbiemania, Barbiecore, Barbie-effect. Le definizioni sono tante, ma il concetto non cambia: il film di Greta Gerwig sbanca non solo al botteghino ma anche nei negozi. Sono infatti moltissimi i brand che – seguendo l’onda del successo di “Barbie The movie” – hanno lanciato prodotti o collezioni ad hoc. Si va da Zara, che ha creato una capsule collection ispirata agli outfit di Margot Robbie, a Nix Cosmetics, che propone una linea di makeup “per ogni Barbie e Ken”, strizzando così l’occhio anche all’inclusività. E poi Superga e Crocs (perché, come si vede nel film, Barbie non porta più solo i tacchi a spillo), Primark e Aldo. Persino Burger King ha introdotto – per il momento solo in Brasile – un menù a tema, ovviamente rosa.

Viene spontaneo domandarsi se queste collab funzionino davvero, se, al di là del traino di comunicazione, abbiano un significativo riscontro di vendite. In altri termini quanti abiti a quadretti bianchi e rosa – identici a quello indossato da Robbie – venderà Zara? E quante paia di sneaker con il (big) logo di Barbie (prezzo di listino: 95 euro) venderà Superga? E – domanda collaterale ma non troppo – cosa faranno dei capi invenduti una volta passato l’effetto Barbie?

Insomma, il vantaggio in termini di marketing è chiaro: le pink collab consentono di fare parte di un fenomeno culturale, di entrare – in maniera più o meno diretta – nei discorsi che il film genera. Meno chiaro è il vantaggio in termini strettamente economici, di vendite e fatturato.

Chi, di sicuro, ci guadagna è Mattel. Di fatto, grazie al film, l’azienda – che peraltro nel film stesso è ritratta con un certo sarcasmo – ha ottenuto due obiettivi: da un lato ha riportato prepotentemente sotto i riflettori la celebre bambola, le cui vendite sono non a caso esplose nell’ultimo periodo, anche grazie alle molteplici nuove versioni collegate all’opera cinematografica; dall’altro lato ha diversificato il proprio business, allargandosi a settori anche molto lontani da quello originario. Basti pensare che ha siglato collaborazioni (in parte accordi di licenza, in parte joint venture) con oltre 100 brand.

Non stupisce che – in base a quanto dichiarato da Richard Dickson, presidente e Chief operating officer della società – vi sia in programma di muoversi nella stessa direzione con altri marchi in portafoglio. Il film incentrato su Hot Wheels è già in fase di lavorazione. Aspettiamoci un’ondata di prodotti con il logo rosso e giallo.

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