Te lo do io l’endorsement (su LinkedIn)

Nel 2012 LinkedIn ci ha proposto molti cambiamenti: un profilo personale più frizzante, una ricca company page, le news, l’homepage rinnovata, la possibilità di seguire gli status degli influencer, la nuova struttura della sezione in cui troviamo i suggerimenti a riguardo delle persone che potremmo conoscere, oltre a migliorare le app nelle versioni per mobile e IPAD.

Per un’appassionata di LinkedIn come me, ogni volta è stato un giubilo.
Fino a quando è apparsa una novità che vivo ancora con un trasporto altalenante tra l’odio e l’amore.
Se avete fatto scorrere la presentazione vi sarete accorti che non ho citato uno dei cambiamenti: gli endorsement, anch’essi una delle innovazioni del 2012, che stanno facendo un po’ discutere. Vediamo di cosa si tratta.

È un’opportunità per contribuire a convalidare – con un click – le competenze delle persone che sono connesse a noi – le nostre connessioni di primo livello – e che si va ad aggiungere alle segnalazioni descrittive (o recommendation che dir si voglia). E fin qui, tutto bene.

Un collega è un mago nella gestione dei clienti? E allora click! Dove un click equivale a dare il nostro voto alla competenza indicata.
Il collega in questione mano a mano vedrà crescere il suo punteggio legato alla tal competenza. Tutte le sue connessioni di primo livello vedranno quindi quello che la sua rete pensa di lui e delle sue abilità.
Un elemento importantissimo che aiuta il nostro personal brand a crescere e a diffondersi.
Sia che noi abbiamo inserito le competenze nel proprio profilo (è opzionale ma consigliato!), sia che non lo abbiamo fatto, accade che LinkedIn proponga alle persone che fanno parte delle connessioni di primo livello di convalidare le competenze – deducendole dal nostro ruolo e dalle altre informazioni presenti nel profilo – con un endorsement.

Qui si aprono alcuni scenari, tra i quali:
– l’endorsement giunge da un contatto che conosce realmente quella nostra abilità e quindi può permettersi di convalidarla. La nostra reazione sarà di compiacimento. L’espressione? Più o meno questa 🙂
– l’endorsement arriva da un nostro contatto che non ci ha mai visti all’opera rispetto alla competenza per cui ci sta valutando. La nostra reazione sarà di incredulità.
Avrà agito sulla fiducia. La nostra espressione? Potrebbe essere questa :-|.
– l’endorsement riguarda una competenza che non abbiamo inserito noi. Se coerente saremo noi ad autorizzarne la pubblicazione, altrimenti decideremo di non pubblicarla con questa smorfia 🙁

Ci sono anche gli endorsement ricevuti da chi non conosciamo, ma che abbiamo tra le nostre connessioni. Questo è uno dei casi in cui è evidente lo scarso valore che rappresenta l’aggiungere contatti per fare numero. Pensate a quanti vivono di endorsement non veritieri, la persuasione che operiamo con una corretta cura del nostro personal brand in rete deve essere etica.
Secondo me il tema degli endorsement va affinato.
Quando una delle vostre connessioni riceve da voi un endorsment sapendo che non potete realmente certificare la sua competenza, cosa potrà pensare?
C’è da dire che molti ricevendo l’input direttamente da LinkedIn potrebbero pensare che sia una richiesta che arriva  dal loro contatto, e che quindi accettino per non scontentare l’amico/collega che, ignaro, riceve solo la notifica e si chiederà il perché di quanto accade.

Resta comunque una opportunità da imparare ad usare, anche se una segnalazione descrittiva può dare molto più valore sia a chi la riceve che a chi la scrive, sempre che questa sia davvero ben scritta e pensata esclusivamente per la persona che la riceve (no alla banalizzazione e alle frasi fatte).
Tutti pronti a rivedere la sezione competenze del proprio profilo LinkedIn?

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca