Cos’è San Patrignano oggi?
«È una delle comunità più grandi del mondo, con circa 800 ospiti attualmente in percorso. Opera per il recupero e la prevenzione delle dipendenze da oltre 40 anni e dalla sua fondazione ha ospitato gratuitamente più di 26mila ragazzi e ragazze, offrendo loro una casa, assistenza sanitaria e legale e soprattutto l’affetto e il sostegno di una grande famiglia, convertendo inoltre 4.000 anni di pene detentive in percorsi alternativi al carcere. A San Patrignano gli ospiti possono riprendere gli studi interrotti e imparare un mestiere, seguendo le attività di formazione professionale di oltre 30 settori, dalla cantina al forno, dagli allevamenti alle coltivazioni, dai laboratori di artigianato alla ristorazione»
Insomma, da voi il recupero delle persone passa anche attraverso la loro realizzazione nel lavoro. Come?
«Imparare al meglio una professione è una grande opportunità che San Patrignano offre ai giovani in percorso di recupero dalle dipendenze. È attraverso le attività quotidiane che ogni ragazza e ragazzo può mettersi in gioco affrontando i propri limiti e scoprendo o ritrovando le proprie potenzialità. Molti settori di formazione della comunità sono nati grazie alla collaborazione e all’impegno donato da artigiani e professionisti. Ognuno degli ospiti di San Patrignano, dopo una prima fase di ambientamento, può scegliere fra essi il proprio cammino per realizzarsi, perché ogni attività, se svolta con passione e capacità, può diventare la chiave d’accesso per rientrare a testa alta nella società».
Possiamo dire che la gestione manageriale è un requisito indispensabile per la vostra sostenibilità?
«San Patrignano è un esempio di impresa sociale fondata sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, in cui da sempre i fondi necessari al mantenimento dei ragazzi e delle strutture derivano, in parte, dalle attività e dai beni e servizi prodotti secondo il principio dell’autogestione e, per il fabbisogno restante, da donazioni e contributi di privati. In oltre quarant’anni il contesto in cui operiamo è cambiato profondamente ed è fondamentale la capacità di leggerlo e di saper reagire prontamente mente. La gestione manageriale di una comunità significa anche sapere ascoltare per coinvolgere le persone verso uno o più obiettivi comuni. È un’azione che si continua al di là della professione, vivendo San Patrignano in ogni momento e riuscendo a restituirne lo spirito e i valori all’esterno».
Tra l’altro, ci sono manager che fanno da voi volontariato professionale e aziende che portano i dipendenti per meeting e momenti di team building. Cosa ci si porta a casa da queste esperienze?
«San Patrignano è un luogo in cui si respira il cambiamento, in cui ci si ricorda che tutti possono sbagliare e che dai propri errori è possibile rialzarsi, mettendosi in discussione per avere una seconda possibilità. Un luogo fortemente motivazionale, in cui già numerose imprese hanno organizzato attività di team building e giornate di volontariato per i loro dipendenti. Le esperienze si fondano sul racconto di vita di uno o più ragazzi e ragazze della comunità, che condividono con schiettezza le loro storie di rinascita, di valori ritrovati e tempo riconquistato. I partecipanti possono poi vivere le attività dei laboratori di alto artigianato, seguire i momenti della preparazione dei pasti e dell’apparecchiatura dei tavoli nel grande salone per il pranzo, oppure affiancarsi agli ospiti nei diversi settori di formazione per dare loro una mano negli impegni quotidiani».
Oggi le cose come vanno dopo pandemia, guerra, rincaro dell’energia…?
«Ci troviamo di fronte a un disagio giovanile acuito dalla pandemia prima e dall’incertezza del presente poi. Il nostro osservatorio ci indica un crescente problema delle dipendenze, diffuse in fasce di età sempre più precoci. Le richieste d’ingresso a San Patrignano sono in aumento e abbiamo in corso progetti di riqualificazione e ampliamento delle nostre strutture residenziali e dei due centri che accolgono minori, per poter accogliere un numero ancora maggiore di ragazze e ragazzi. In questo particolare frangente, a causa dell’impennata dei costi energetici, ci troviamo ad attraversare non poche difficoltà per fare fronte alle necessità quotidiane della comunità e dei suoi ospiti. C’è bisogno del sostegno di tutti per salvaguardare il modello di sostenibilità economica e di sussidiarietà orizzontale che San Patrignano ha saputo realizzare e quindi la sua capacità di accogliere un numero sempre maggiore di persone».
Insomma, come possiamo darvi una mano?
«Importante è prima di tutto sensibilizzare sul problema della tossicodipendenza, fare in modo che i riflettori dell’opinione pubblica non vengano spenti. San Patrignano è una realtà di “change management”, un luogo di cambiamento estremo dove la sostenibilità e i temi di Esg possono essere condivisi anche con diversi soggetti economici che decidono di sviluppare i loro percorsi formativi nella nostra comunità. Il supporto offerto dalla vostra rete relazionale sarebbe, in questo senso, per noi fondamentale».