Pronti per l’hybrid workplace?

Il modello dell’Engaging Place. Una fonte di ispirazione per gli ambienti di lavoro post-Covid

Durante la decima edizione della China International Space Design Competition che si è svolta a Shenzhen, in Cina, è stato premiato il progetto Statuto 11, l’Engaging Place milanese di eFM, realizzato sotto la direzione di Giuseppe Capicotto, general manager Italia, e la supervisione artistica di Nigel Ryan, creative director.

Un premio ad un luogo specifico, ma anche un riconoscimento a un modello, quello dell’Engaging Place, ibrido, aperto e connesso. Una nuova prospettiva per ripensare il modo di gestire spazi, persone e tecnologie che dia centralità al benessere degli “abitanti” e alle relazioni di una comunità. 

Plasmato secondo il modello di Activity Based Workplace, lo spazio di lavoro è pervaso dall’Internet of things: sensori integrati che controllano in tempo reale lo stato del comfort abitativo e raccolgono i feedback degli abitanti. Ricchezza di dati che alimenta l’algoritmo di un digital assistant che accompagna le persone nella scelta degli spazi e delle modalità migliori per realizzare il proprio lavoro. La tecnologia è “trasparente”: la dimensione digitale è al servizio di un’esperienza analogica volta al miglioramento della qualità dell’abitare.

Statuto11 è “responsive”, capace di rispondere adattivamente alle esigenze di chi lo vive (hybrid workplace): i suoi spazi cambiano assetto e modalità in base alle attività che via via si susseguono.

Saranno così gli ambienti di lavoro dei prossimi anni? 

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