La scuola insegna come battere i robot?

L'intelligenza artificiale e le nuove sfide del sistema educativo

Un recente studio dell’Oxford University stima che circa la metà di tutti i lavori negli Stati Uniti saranno nei prossimi 20 anni a rischio di sopravvivenza a causa dell’automazione e dei computer e dati simili vengono riportati anche in un’indagine di PwC

Mentre le tecnologie avanzate stanno mettendo in pericolo i lavori sin dall’inizio della Rivoluzione Industriale, questa volta il problema non riguarda solo i lavori manuali: l’intelligenza artificiale – fulcro della cosiddetta quarta rivoluzione industriale – sta cambiando la forma stessa del mondo professionale.

Gli esempi non mancano e ambiti in passato al sicuro oggi mostrano la corda di fronte alla tecnologia, basti pensare ai software in grado di produrre e analizzare documenti legali molto più velocemente e in modo più economico di quanto possano fare gli avvocati più giovani. I compiti di routine stanno soccombendo all’AI a spese di staff più giovane. Questo cambiamento, non ci stancheremo di ripeterlo, rappresenta un’opportunità per creare lavori nuovi e migliori.

Nel mondo anglosassone si è sviluppato da tempo un ampio dibattito sul ruolo dell’insegnamento in questo processo

L’irlandese Paul Drechsler, presidente e capo del cda dell’organizzazione britannica dei lavoratori CBI e di Teach First, che seleziona i profili più qualificati nell’insegnamento, è entusiasta a questo proposito: “La quarta rivoluzione industriale è la migliore opportunità che questo paese abbia avuto da cavalcare in termini di produttività e competitività. Ma occorre ammettere che il cambiamento sta avvenendo molto più velocemente del sistema educativo e scolastico”. La prossima generazione avrà senz’altro bisogno di un nuovo set di competenze per sopravvivere e crescere in un mondo dominato dall’AI.

Alfabetizzazione, capacità di calcolo, scienza e apprendimento linguistico sono abilità importanti, ma condividono una cosa in comune: i computer diventeranno più veloci degli umani nel processare queste forme di conoscenza esplicite. Il rischio è che il sistema educativo potrà produrre in serie esseri umani che non saranno altro che computer di second’ordine, così se il focus del sistema scolastico continuerà ad essere il trasferimento di conoscenza esplicita tra le generazioni, saremo presto in difficoltà. La sfida non è solo quella di preparare persone esperte in computer, benché sia importante. Il punto è di costruire competenze che l’intelligenza artificiale non è in grado di emulare. Queste sono competenze umane essenziali come il lavoro di team, la leadership, l’ascolto, pensare positivo, trattare con le persone e gestire crisi e conflitti. Si tratta di forme di conoscenza tacita, non esplicita. Sono competenze di know-how, non di know-what.

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