La cattedrale del movimento: la stazione centrale di Milano

Nel 1898 Milano era una città in piena e costante espansione, dotata di moderne infrastrutture tra cui la Stazione ferroviaria, situata nell’attuale piazza della Repubblica.

Ma il numero di viaggiatori in aumento giorno dopo giorno mise in evidenza le carenze strutturali del sistema ferroviario milanese, al punto che nel 1906, in occasione dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale, il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena posero la prima pietra della nuova Stazione Centrale, circa 600 metri più a nord della vecchia, nell’area del Trotter.

Si trattava di una vasta zona che ospitava corse di cavalli e incontri di un nuovo gioco, la moda del momento di recente invenzione britannica in cui si affrontavano due squadre da 11 giocatori ciascuna: il football! Tuttavia, per poter vedere e valutare un progetto ben sviluppato furono necessari altri bandi e ben sei anni di attesa… il primo ritardo!

Ad aggiudicarsi l’incarico della realizzazione dopo vari ripensamenti e discussioni sui costi eccessivi per le decorazioni fu Ulisse Stacchini, fiorentino di nascita, che a Milano si era fatto conoscere fin dai primissimi anni del secolo per aver costruito mirabili edifici in stile art nouveau, tra cui numerose abitazioni private nella zona di Porta Venezia e il celebre Ristorante Savini.

Il progetto di Stacchini per la Stazione Centrale doveva inglobare, integrandolo, quello funzionale predisposto dai tecnici delle ferrovie, che prevedeva i locali delle biglietterie, le sale d’attesa e persino un albergo, poi sostituito dalla galleria coperta per le carrozze.

Nonostante i ritardi dovuti principalmente alla guerra, i lavori ripresero nel 1925 e si conclusero con l’inaugurazione il 1° luglio 1931 con la consegna alla città di un complesso monumentale enorme nelle dimensioni e imponente nel prospetto principale su piazza Duca d’Aosta decorato con aquile, cavalli alati, leoni, fontane antropomorfe, fasci littori e simboli delle Ferrovie, forse il più elegante edificio a metà tra liberty e razionalismo.

L’interno presentava una sequenza di ambienti funzionali ma elegantissimi, dal salone delle biglietterie alto ben 42 metri e decorato con i segni zodiacali all’accesso ai binari collocato 7 metri più in alto, alle scale e agli ascensori: un trionfo di marmi, veri e finti, lampadari art nouveau, affreschi e piastrelle con splendide vedute di Milano e di altre città italiane, del Re e di Mussolini.

Oggi la Stazione Centrale vede passare sotto le sue imponenti volte milioni di viaggiatori, spesso distratti o troppo frettolosi, ma per chiunque abbia il desiderio di guardarsi intorno scendendo da un treno rimane pur sempre il miglior biglietto da visita della città.

Curiosità
La strada dell’architetto Stacchini era destinata a incrociare di nuovo quella del football milanese. Suo infatti fu il progetto per la costruzione dello stadio Meazza a San Siro nel 1925.

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca